È entrato nel secondo giorno lo sciopero degli insegnanti dichiarato dal principale sindacato di categoria (Unione nazionale degli insegnanti del Kenya, Knut) per costringere il governo a rispettare gli impegni presi in precedenti concertazioni, a partire dal 1997, ma non ancora realizzati.
Come già accaduto in passato, i professori chiedono che i loro stipendi siano “armonizzati” a quelli degli altri dipendenti pubblici e che vengano loro riconosciute indennità e rimborsi previsti per legge.
Nonostante la posizione irremovibile delle autorità, che hanno dichiarato lo sciopero “illegale” e minacciato sanzioni nei confronti di tutti coloro che partecipano, la stampa locale riferisce che l’adesione è stata alta e la quasi totalità delle scuole del paese è paralizzata.
“Abbiamo aspettato per anni. Adesso ci aspettiamo aumenti, indennità e copertura sanitaria e non siamo disposti a transigere sul passato” ha dichiarato Xavier Nyamu, segretario generale del sindacato, annunciando che i professori sono pronti a rimanere a braccia conserte anche più a lungo di quanto fatto nel settembre scorso, quando lo sciopero durò tre settimane.
A pagare il prezzo più alto dello scontro tra docenti e governo, ancora una volta, rischiano di essere gli studenti delle famiglie più povere, che non possono permettersi di mandare i figli nei numerosi istituti privati presenti nel paese. – Misna