Un mese di tempo per risolvere la crisi elettorale pena pesanti sanzioni mirate: è l’ultimatum lanciato dai principali partner internazionali del Madagascar nei confronti dell’attuale presidente di transizione Andry Rajoelina e di altri due candidati contestati alle presidenziali del 24 luglio, destinate a slittare. Al centro dell’attuale impasse del processo elettorale ci sono le tre candidature di Rajoelina, dell’ex presidente Didier Ratsirika e della moglie dell’ex capo di stato Lalao Ravalomana. Nonostante pressioni della comunità internazionale, che ha già sospeso i finanziamenti destinati all’organizzazione del voto, finora i tre non si sono tirati indietro.
“Il Gruppo di contatto per il Madagascar incoraggia la comunità internazionale ad applicare sanzioni pesanti e mirate nei confronti di tutte le parti che stanno ipotecando il processo elettorale” ha dichiarato il Commissario per la pace e la sicurezza dell’Unione Africana (UA), Ramtane Lamamra, al termine di una riunione tenuta ieri ad Addis Abeba. I tre politici rischiano il congelamento dei propri beni e restrizioni di viaggio, sanzioni che potrebbero essere estese anche a famigliari e stretti collaboratori. Nella capitale etiopica si sono riuniti rappresentanti dell’UA, dell’Unione Europea, della Francia e degli Stati Uniti. Nel prossimo mese saranno i mediatori dell’UA e della Comunità di sviluppo dell’Africa australe (Sadc) a dover cercare soluzioni all’impasse elettorale. Il 9 luglio il mediatore della Sadc, l’ex presidente mozambicano Joaquim Chissano, si recherà ad Antananarivo per avviare negoziati con le parti coinvolte.
Un decreto firmato da una parte del governo di transizione ha stabilito al 23 agosto la nuova data delle presidenziali. Il Gruppo di contatto per il Madagascar ha invece chiesto alla Commissione elettorale nazionale indipendente (Ceni) di “fissare quanto prima una nuova scadenza consultandosi con le Nazioni Unite”. Dal canto suo il mediatore Chissano ha espresso il timore di un intervento dell’esercito malgascio, da sempre coinvolto nei cambi di potere in Madagascar e in prima fila nei momenti più critici della vita politica nazionale, come avvenne durante la presidenza di Ravalomanana, nel marzo 2009, quando salì al potere Rajoelina. “Finora c’è stata una buona cooperazione con i militari e con le forze di sicurezza in Madagascar che hanno deciso liberamente di rimanere imparziali” ha detto l’ex presidente mozambicano.
Intanto, in occasione delle celebrazioni per il 53° anniversario dell’indipendenza dell’isola, Rajoelina ha pronunciato un discorso dai toni duri, rivolto ai partner internazionali che hanno boicottato le cerimonie ufficiali. “Nessun può togliere ai malgasci il diritto di votare e di scegliere la miglior via di uscita dalla crisi attuale (…) I malgasci non devono più sopportare le pressioni esterne” ha insistito l’attuale uomo forte. – Misna