Ha chiesto “perdono al popolo maliano per il colpo di stato” il capitano Amadou Haya Sanogo, alla guida della giunta militare che il 22 marzo 2012 ha destituito l’allora presidente Amadou Toumani Touré, facendo precipitare il Mali in una profonda crisi politico-istituzionale. Il mea culpa di Sanogo è arrivato durante una cerimonia di riconciliazione nazionale che ha visto i due principali corpi militari – i berretti rossi rimasti fedeli a Touré e i berretti verdi legati alla giunta – riavvicinarsi dopo mesi di rivalità e tensioni. Il presidente ad interim Dioncounda Traoré ha annunciato la prossima liberazione di “tutti i soldati arrestati durante attacchi e violenze tra le due fazioni rivali”.
Decine di militari sono finiti in manette in seguito al golpe dello scorso anno ma anche dopo il mancato contro-golpe del 30 aprile 2012, organizzato da alcuni sostenitori del presidente destituito. Alcuni famigliari hanno denunciato la scomparsa di diversi soldati nei mesi scorsi mentre la giunta di Sanogo è stata più volte accusata da difensori dei diritti umani di torture e esecuzioni sommarie. Secondo i bilanci ufficiali, gli scontri tra le due fazioni rivali hanno causato almeno 22 morti e decine di ferite, ma è poco chiaro il numero di militari arrestati e scomparsi.
In presenza anche dei rappresentanti delle varie comunità religiose, il presidente Traoré ha pronunciato un discorso che invitava tutte le parti alla distensione e alla riconciliazione: “Mai più due eserciti, mai più due forze di polizia in Mali” ha sottolineato il capo dello Stato.
Il paese del Sahel si sta preparando ad un appuntamento cruciale con le urne – presidenziali sono in agenda per il 28 luglio – che dovrebbe segnare la fine della transizione e il ritorno a istituzioni democratiche. In vista della scadenza elettorale il presidente maliano ha avviato consultazioni con tutte le forze politiche ma anche con esponenti della società civile e del mondo sindacale per organizzare un voto “libero e trasparente”. Dopo aver sottolineato che “ci sono ancora sfide importanti a cui far fronte”, Traoré ha sottolineato che “la ritrovata integrità territoriale rappresenta un grande passo avanti nella giusta direzione”. Il riferimento riguarda l’accordo preliminare di pace siglato lo scorso 18 giugno tra il governo di Bamako e i gruppi tuareg che controllano ancora il capoluogo nord-orientale di Kidal. Per più di un anno le estese e desertiche regioni settentrionali sono state occupate da gruppi armati tuareg ed islamici, respinti con un intervento militare francese ed africano avviato lo scorso gennaio. – Misna