27/06/13 – Tunisia – Crisi; cresce a dismisura numero celibi e nubili

di AFRICA

La Tunisia non e’ un Paese per giovani, che non trovano occasioni non tanto per affermarsi nel lavoro, quanto per trovarne uno, quale che sia, che consenta loro di crearsi una famiglia, nel solco della tradizione.

Non e’ un Paese per giovani anche perche’ questa condizione di perenne precarieta’ impedisce di fare progetti anche a breve scadenza, costretti come essi sono a rimanere a casa, mantenuti dai genitori tra mille difficolta’. Se questo e’ il quadro morale della situazione, ve ne sono altri che riguardano la societa’. Come gli ultimi allarmanti dati elaborati dell’Ufficio nazionale della famiglia e della popolazione. Uno dei quali – e nemmeno tra i piu’ eclatanti – e’ che ormai il tasso di nubilato e’ cresciuto ancora, attestandosi al 60 per cento delle giovani che si trovano nella fascia d’eta’ tra i 25 e i 34 anni, preso in considerazione come parametro perche’ ritenuto quello in cui il tasso di fertilita’ e’ piu’ alto.

Traducendo in numeri, significa che in questo momento storico oltre due milioni e 250 mila donne tunisine (quindi non solo le ragazze) sono nubili, non perche’ lo vogliano, ma quasi sempre perche’ insieme al fidanzato non possono creare le basi per una famiglia organica. Questo dato e’ ancora piu’ preoccupante se si pensa che, dal 2008 ad oggi, e’ aumentato del dieci per cento.

E non e’ che i maschi si trovino in una condizione migliore, perche’ i celibi sono ormai l’81 per cento, contro il 71 per cento del 1994.

Il problema e’ quindi evidente e, almeno per il momento, di difficile soluzione, conseguenza anche della mancanza di una politica per la famiglia, che incentivi i matrimoni o le unioni, di fatto impedite dall’incertezza della condizione economica.

Peraltro, a rendere ancora piu’ complessa la ricerca di contromisure, e’ la crisi economica mondiale, che ha inaridito i flussi di emigrazione legale. Cosa che ha come conseguenza che, a cercare di allontanarsi clandestinamente dalla Tunisia, sono soprattutto giovanissimi, privi cioe’ di legami sentimentali che spingano a restare in Tunisia. Ragazzi che sono consapevoli che, raggiungendo illegalmente l’Europa, ben difficilmente potranno sanare la loro posizione e quindi sperare in un ricongiungimento familiare.

C’e’ anche il problema della casa che non c’e’ se si e’ celibi o nubili, ma che si propone quando si pensa al matrimonio. Da qui il moltiplicarsi esponenziale delle convivenze sotto uno stesso tetto tra le famiglie originarie e le nuove, che certamente rimane nel solco della tradizione tunisina, ma che viene mal sopportato dai giovani, in cerca di una autonomia anche concreta rispetto ai genitori.* Diego Minuti  – ANSAmed

 

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