I Paesi africani che stanno combattendo la più grave epidemia di ebola della storia hanno bisogno di più risorse per fronteggiare il contagio.
L’Organizzazione mondiale della sanità (WHO) ha conteggiato in Guinea, Sierra Leone e Liberia 660 morti e 1093 persone che hanno contratto il virus.
È allarme rosso alle frontiere nigeriane, dove salgono a due i decessi. Entrambe le vittime erano liberiane.
Ai microfoni di Euronews il presidente della Guinea, Alpha Condé, afferma che la situazione nel suo Paese comincia a migliorare. Preoccupa tuttavia il suo aggravarsi in Sierra Leone.
D’altra parte, afferma il presidente, “è nel cosiddetto Becco del pappagallo”, un’area che comprende le frontiere della Guinea con Sierra Leone e Liberia, “che è partito il contagio. Lì non è tutto finito, quindi il pericolo esiste ancora. Non si può dunque essere ottimisti fino a quando i tre Paesi non saranno riusciti a sradicare la malattia”.
L’ebola ha un tasso di mortalità che può arrivare al 90% negli uomini. Causa febbre alta, emorragie, vomito, diarrea e forti dolori muscolari.
La prima infezione risale al 1976, registrata a nord del Congo, in un’area bagnata dal fiume Ebola, che diede il nome al virus. – Euronews