Il rispetto della scelta della maggioranza, ma anche l’apertura e il dialogo nei confronti della minoranza, “nello spirito di una vera leadership”: dovranno essere questi, scrivono i gesuiti dello Zimbabwe, i riferimenti essenziali del sesto mandato da presidente di Robert Mugabe.
In un commento apparso su In Touch, pubblicazione della Compagnia di Gesù ad Harare, si prende spunto dalla cerimonia di insediamento di Mugabe dopo le elezioni presidenziali e legislative del 31 luglio. “Il 39% dei voti sono troppi per essere sacrificati sull’altare dello spirito maggioritario”, scrivono i religiosi in riferimento ai consensi ottenuti dal Movimento per il cambiamento democratico dell’ex primo ministro Morgan Tsvangirai (Mdc-T) insieme con altri partiti di opposizione. Secondo i gesuiti, Mugabe e il suo partito Zanu-Pf devono “abbandonare le comodità dell’esser maggioranza per capire cosa agita il cuore della minoranza”. Sullo sfondo ci sono le violenze che segnarono lo scrutinio del 2008, violenze culminate nel ritiro della candidatura di Tsvangirai nonostante il vantaggio ottenuto al primo turno. “Se il presidente spingerà tutti e qualunque cosa nella sua direzione – scrivono i religiosi – rimarremo un paese in guerra con se stesso per altri cinque anni”.
L’articolo di In Touch si conclude con un appello, per certi versi rafforzato dalle indiscrezioni di stampa sulla decisione dei deputati dell’Mdc-T di boicottare l’inaugurazione della nuova legislatura in segno di protesta per le irregolarità che avrebbero caratterizzato il voto di luglio. “Speriamo e preghiamo – scrivono i gesuiti – che il presidente Mugabe e il partito di maggioranza riescano a essere generosi nella vittoria e si aprano, attraverso le idee e il dialogo politico, agli interessi della minoranza”. – Misna