27/09/13 – Guinea – “Alle urne per voltare pagina”, una voce da Conakry

di AFRICA

 

“Si è conclusa con proteste in diversi quartieri della capitale, ma per fortuna in un clima globalmente festoso e tranquillo la campagna elettorale per le legislative. Nonostante i timori dell’opposizione e i limiti dell’organizzazione, oggi la maggioranza dei guineani vuole andare alle urne per archiviare un periodo di tensioni e violenze”: lo dice alla MISNA una fonte umanitaria locale contattata a Conakry alla vigilia delle legislative rinviate più volte dal 2011. “La popolazione ha patito per le proteste degli ultimi anni, organizzate per rivendicare un voto libero ed equo ma purtroppo spesso degenerate in violenze, esazioni e distruzioni materiali – sottolinea l’interlocutore della MISNA che preferisce rimanere anonimo – Se le elezioni di domani rappresentano un voto a rischio, i guineani le aspettano come una liberazione e sperano nel ritorno degli investitori e in un decollo economico del paese”.

L’opposizione, riunita attorno agli ex primi ministri Cellou Dalein Diallo, leader dell’Unione delle forze democratiche di Guinea (Ufdg), e Sidya Touré, capo dell’Unione delle forze repubblicane (Ufr), è scettica sulla trasparenza e la credibilità dello scrutinio. Dal punto di vista organizzativo ci sono anche molte insufficienze: alla vigilia del voto il 27% degli aventi diritto non ha ancora in mano il certificato elettorale, il registro sarebbe incompleto e nei feudi dell’opposizione i seggi sono troppo distanti dai luoghi di residenza e troppo pochi.

“Nonostante la maggior parte dei guineani sia delusa dai tre anni di presidenza Alpha Condé, in tanti sono scesi per strada a favore del suo partito (Raggruppamento del popolo di Guinea, Rpg)” sottolinea la fonte locale della MISNA. “Come sempre in questo paese, il partito al potere ha speso molti soldi per fare campagna e assicurarsi la vittoria, con il risultato che in tre settimane tutte le strade si sono tinte di giallo, il colore della coalizione Arcobaleno di maggioranza” conclude l’operatore umanitario guineano.

Dalle ultime proteste tra il 17 e 23 settembre,segnate da una vittima e una settantina di feriti, è stata rafforzata la presenza delle forze dell’ordine nei punti nevralgici della capitale e nei quartieri più a rischio, quelli vicini all’opposizione, tra cui Bambeto, Coza e Ratoma. Nelle ultime ore ha contribuito ad alimentare ulteriore incertezza l’allarme del governo in merito al rischio di un colpo di stato organizzato all’estero.

Anche la missione di osservazione elettorale dell’Unione Africana (UA) si è detta “preoccupata per il perdurare di tensioni e violenze alla vigilia del voto” ha detto il capo della missione Mahamadou Danda, ricordando che alla Guinea servono “elezioni credibili, trasparenti, serene ed inclusive per concludere la transizione politica” dopo le presidenziali del 2010, le prime libere mai organizzate dall’indipendenza dalla Francia 55 anni fa. Domani sono attesi alle urne circa 5,09 milioni di aventi diritto che, in 12000 seggi, sia all’estero che in Guinea, dovranno eleggere 114 deputati tra i candidati di una trentina di liste presentate da 33 partiti. – Misna

 

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