I progressi compiuti dopo il dispiegamento di 1600 soldati francesi, all’inizio di dicembre, a sostegno della Missione internazionale di sostegno al Centrafrica (Misca), “sono fragili e le truppe non posso portare questo fardello da sole”. È perciò necessario che “in tutta urgenza” le Nazioni Unite dispieghino sul terreno una forza di mantenimento della pace.
Lo scrivono monsignor Dieudonné Nzapalainga, arcivescovo di Bangui, e l’imam Omar Kobine Layama, in un appello pubblicato da “Le Monde” dopo le notizie di nuove e gravi violenze che nelle ultime 48 ore hanno provocato solo nella capitale almeno 40 vittime. Lunedì la Croce Rossa aveva riferito del ritrovamento, sempre a Bangui, di una sessantina di corpi senza vita. Il Centrafrica “resta sull’orlo di una guerra con connotati religiosi e noi temiamo che in mancanza di una risposta internazionale più decisa il nostro paese sia condannato alle tenebre” scrivono i due leader religiosi. “Solo una forza di mantenimento della pace dell’Onu – insistono – disporrebbe delle risorse necessarie per proteggere i nostri civili in modo soddisfacente”.
Dall’inizio del mese si contano oltre un migliaio di vittime a Bangui e nella sua provincia per attacchi delle milizie Anti-Balaka e rappresaglie degli ex ribelli dell’ex coalizione Séléka, autori del colpo di stato dello scorso marzo. La tensione è legata anche alla presenza del contingente di soldati ciadiani in forza alla Misca, 850 uomini, che in molti sospettano di complicità con gli ex ribelli della Séléka, di recente coinvolti in diversi incidenti, inclusa, la vigilia di Natale, una sparatoria con i militari burundesi della stessa forza panafricana.
Rinforzi francesi sono stati intanto inviati nei quartieri di Gobongo, vicino all’aeroporto, nel settore nord di Bangui, e a Pabongo, nel sud. Lo scopo è “mettere in sicurezza quartieri che hanno subito le peggiori violenze negli ultimi giorni”. Per l’intera giornata di mercoledì e anche a sera sparatorie di origine indeterminata avevano provocato il panico in questi settori lasciando sul terreno anche cinque soldati ciadiani a Gobongo, presumibilmente per mano di Anti-Balaka. – Misna