L’Isis punta alla libia per “raggiungere il sud dell’europa con i barconi dei migranti” e attacca Tripoli, rivendicando l’assalto all’hotel Corinthia, che ospita il governo “parallelo” di Omar al Hassi oltre a diplomatici e lavoratori stranieri. L’assalto è cominciato con un’autobomba nel cortile, una sparatoria nella hall e una presa di ostaggi, poi finita male. La ricostruzione di quanto avvenuto è ancora confusa, compreso il numero delle vittime: almeno dodici. Tre guardie libiche sarebbero state uccise dai terroristi che hanno sparato all’impazzata appena entrati nella hall, mentre cinque stranieri sarebbero stati prima sequestrati nell’albergo e poi uccisi: fra loro anche un contractor americano e un filippino. La rappresaglia rivendicata morti al termine dello scontro con la sicurezza libica anche i quattro assalitori, che secondo alcune fonti si sarebbero fatti esplodere una volta circondati. decine anche i feriti. subito dopo l’attacco, la sedicente “provincia di Tripoli dello stato islamico” ha rivendicato l’azione come rappresaglia per la morte il 3 gennaio scorso in un carcere americano di al libi, uno dei leader di al Qaida e mente degli attentati alle ambasciate Usa in Kenya e Tanzania negli anni 90. Non mancano dubbi e altre versioni sulla responsabilità dell’operazione terroristica (…) RaiNews.it
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28/01/2015 – Centrafrica – Intesa per il cessate-il-fuoco
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