Cominciano oggi i lavori per la deviazione del corso del Nilo Azzurro uno dei due principali affluenti del fiume più lungo del continente, parte del progetto per la costruzione della diga del ‘Rinascimento’ (Grand Ethiopian Renaissance Dam, Gerd). Lo riferisce l’agenzia turca Anadolu secondo cui il portavoce dell’esecutivo di Addis Abeba, Bereket Simon, ha definito l’iniziativa – a lungo osteggiata e oggi svogliatamente accolta da Sudan ed Egitto – un progetto “di portata storica”.
Durante la cerimonia per l’avvio dell’imponente lavoro di deviazione, il ministro degli Esteri Berhane Gebre Christos ha ricordato che la diga – che avrà una capacità di contenimento di 84 milioni di metri cubi – sarà utilizzata “per l’esclusiva produzione di energia e non a fini agricoli, pertanto non ridurrà la portata d’acqua per i paesi vicini”.
Originariamente battezzata “diga del millennio”, la Gerd sarà con i suoi 5000 megawatt di potenza (il triplo di quanto previsto per Gibe III, sul fiume Omo al confine con il Kenya) la più grande centrale idroelettrica d’Africa.
Sulla questione relativa alle acque del Nilo, Egitto e Sudan si sono sempre opposti alla revisione dei contratti di epoca coloniale che attribuiscono ai due paesi circa il 90% dello sfruttamento delle acque del fiume e concedono il diritto di veto su tutti i progetti finalizzati a rivederne i termini di utilizzo. L’Egitto trae dal Nilo il 60% dei circa 55 miliardi di metri cubici di acqua prodotti annualmente dal fiume.
Un comitato congiunto di esperti etiopici, egiziani e sudanesi ha studiato per circa due anni il possibile impatto che la costruzione della diga e la modifica del corso del fiume avranno sui suoi tratti successivi. A preoccupare i responsabili egiziani la proiezione secondo cui, entro il 2050, l’Egitto necessiterà di altri 21 milioni di metri cubici di acqua all’anno per soddisfare una popolazione che avrà raggiunto quota 150 milioni di abitanti. – Misna