È di 12 morti e di 89 feriti il bilancio ufficiale degli scontri scoppiati dal 23 maggio a Conarky, capitale della Repubblica di Guinea. Gli incidenti sono legati alle contestazioni delle elezioni previste il 30 giugno, ma il governo ha affermato che le violenze “quasi quotidiane hanno oltrepassato il quadro delle rivendicazioni politiche” ed ha annunciato l’apertura di un’inchiesta.
Il governo ha anche denunciato lo sfruttamento da parte di alcune forze politiche di contrasti etnici e regionali a scapito della coesione nazionale e “la velleità di costituire delle milizie di autodifesa”. L’opposizione contesta che la Commissione Elettorale Indipendente (CENI) ha deciso di fissare la data delle elezioni legislative il 30 giugno senza consultare tutte le forze politiche del Paese.
A seguito degli incidenti, il Presidente guineano Alpha Condé, appena rientrato dal vertice dell’Unione Africana di Addis Abeba, ha dimesso il Ministro della Sicurezza Maramany Cissé, nominando al suo posto l’attuale ambasciatore della Guinea in Senegal, Madifing Diané, ex controllore generale della polizia. – Ag. Fides