A poche settimana dall’approvazione della legge che impedisce ai funzionari con incarichi ufficiali durante il regime di Muammar Gheddafi di ricoprire ruoli di governo, Mohammed al-Megarif, presidente del Congresso generale nazionale, il Parlamento libico, ha dato le dimissioni. Parlando davanti ai deputati, con le lacrime agli occhi, al-Megarif ha denunciato l’eccessiva presa di potere da parte di alcuni parlamentari sostenuti da uomini armati, e ha ribadito la necessità di abbattere gli schemi tipici dell’era di Gheddafi, dove a dominare, ha detto, erano “vendetta, antagonismo e odio”.
Il provvedimento era stato approvato il 5 maggio, dopo settimane di pressione da parte delle milizie armate che hanno assalito e assediato numerosi edifici governativi. Al-Megarif fu ambasciatore libico in India nel 1980, prima di unirsi all’opposizione in esilio, e questo avrebbe potuto incidere sul suo futuro politico e istituzionale. Il provvedimento entrerà in vigore il 5 giugno, ma una commissione dovrà controllare il passato di ogni funzionario prima di ricorrere a eventuali licenziamenti.
Nel suo discorso, il presidente, capo del Partito del Fronte nazionale, ha spiegato di aver dato le dimissioni per rispetto della democrazia. “Tutti devono osservare la legge, per rispetto della legittimità e della istituzionalizzazione della democrazia”, ha affermato, puntando poi il dito contro le milizie. “L’uso della forza, la minaccia di usare la forza o di brandirla – ha aggiunto – non sono conformi alla costruzione della democrazia e alla transizione che tutti vogliamo. Ci sono migliaia di armi nelle mani di coloro che pretendono di essere dei rivoluzionari”. Ora al-Megarif verrà sostituito dal vice capo del Congresso, Juma Attiga, fino a quando un nuovo presidente sarà eletto dai deputati. – LaPresse/AP