L’esercito sudanese ha ripreso il controllo della cittadina strategica di Abu Kershola, in Sud Kordofan, conquistata dai ribelli del Fronte rivoluzionario sudanese (Srf) un mese fa e da giorni teatro di massicci combattimenti. La cittadina, alla frontiera tra Nord e Sud Kordofan, si trova a circa 120 chilometri da Umm Ruwaba, nel Nord Kordofan, occupata brevemente dal Movimento giustizia e uguaglianza (Jem) il mese scorso.
“Non l’hanno conquistata, siamo noi che abbiamo deciso di ritirarci” ha precisato Abu el Ghassim al Haj, portavoce del Fronte, che riunisce diverse sigle della ribellione armata contro Khartoum, secondo cui la decisione è stata presa “in seguito all’embargo economico decretato dal governo”, che stava avendo “una impatto devastante sulle vite dei civili”.
Secondo i ribelli, sarebbero oltre 16.000 le persone in piena emergenza alimentare a causa dell’assedio imposto dalle truppe sudanesi dallo scorso 27 aprile.
La presa di Abu Kershola è stata salutata dal presidente Omar Hassan al Bashir con l’annuncio della rottura dei negoziati con i ribelli del Movimento di liberazione popolare del Sudan – nord (Splm-N) e dei gruppi armati del Darfur, descrivendoli come “mercenari e terroristi”. Il presidente si è spinto oltre, fino a minacciare un blocco del flusso di petrolio proveniente dal Sud Sudan, attraverso i suoi oleodotti, “se Juba dovesse sostenere i movimenti ribelli”.
La produzione ed esportazione di greggio – dai giacimenti del Sud attraverso Port Sudan – è ripresa ad aprile dopo un arresto durato più di un anno, in seguito alle dispute per i dazi di transito e accuse reciproche di sostegno a gruppi armati lungo la frontiera. Nonostante la firma di accordi di cooperazione, a marzo di quest’anno, tra Juba e Khartoum regna un clima di diffidenza. – Misna
