Un giorno in piu’. Tra incitamenti al voto, minacce e appelli al boicottaggio si chiude in Egitto il voto per le presidenziali, contraddistinto da un’affluenza sotto le aspettative. L’ex generale Abdel Fattah al Sisi marcia verso la presidenza, malgrado l’ostruzionismo delle opposizioni e l’apatia e l’indifferenza dei giovani annoiati o forse delusi per quello che in molti considerano un risultato quasi scontato.
L’affluenza stimata tra il 37-40% nei primi due giorni del voto ha portato la Commissione elettorale a prolungare per altre 24 ore l’appuntamento elettorale, sollevando polemiche nell’opinione pubblica, in particolare nei comitati elettorali di Sisi e del suo sfidante, il socialista Hamdine Sabbahi.
I ripetuti appelli a recarsi alle urne lanciati dalla presidenza ad interim e delle principali autorita’ civili e religiose del Paese – stando ai principali organi di stampa – non avrebbero sedotto la maggior parte degli elettori che hanno disertato le urne, complice il gran caldo e la chiusura nella sola giornata di martedi’ degli uffici pubblici, una misura che invece era stata presa per favorire il voto. Rispetto a ieri, quando la tv di Stato aveva parlato di una limitata presenza di votanti, oggi la stessa emittente ha mostrato capannelli di gente davanti ai seggi che facevano il segno di vittoria con le dita della mano, mentre gli inviati speciali tracciavano un quadro a tinte piu’ rosa, sottolineando un’affluenza in salita.
Alle voci che si erano diffuse tra i media di un’eventuale ritiro di Sabbahi dalla corsa elettorale, lo stesso candidato di sinistra ha replicato di volere proseguire per senso del “dovere” e di responsabilita’”. Il quotidiano al Ahram ha sottolineato il suo sforzo quasi “erculeo” nell’andare avanti e far fronte al superfavorito Sisi. Non ci sono dubbi che l’eroe nazionale, il Leone della patria che ha cacciato lo scorso luglio il presidente islamista Mohamed Morsi espressione della Confraternita, proceda verso una vittoria certa. Il clima nel suo quartiere generale sembra piu’ mite, rispetto ai toni trionfalistici della vigilia elettorale, che gli attribuivano consensi plebiscitari. Sisi, grazie al forte culto della personalita’, ha fatto leva in particolare sulle donne, ma non mancano i dubbi su quali soluzioni potra’ adottare per risollevare la nazione, gravata da un forte debito e dalla disoccupazione sopra il 13%. Nel corso della sua campagna elettorale l’ex generale ha martellato sui tema della stabilita’ e della sicurezza. Il pugno duro nei confronti del terrorismo e gli jihadisti del Sinai, la repressione contro i Fratelli musulmani lo hanno accreditato come il salvatore della patria, ma – reputano alcuni analisti – il persistere in futuro su tali tematiche potrebbe costargli in termini di popolarita’, polarizzando e spaccando ulteriormente il Paese. Le relazioni degli Stati Uniti con l’Egitto “sono ancorate agli interessi sulla sicurezza, dal trattato di pace con Israele, agli sforzi comuni contro l’estremismo violento”, ha detto Barack Obama, aggiungendo che “cosi’ non abbiamo tagliato la nostra cooperazione con il nuovo governo. Ma possiamo fare e faremo persistentemente pressioni per le riforme che il popolo egiziano ha chiesto”. * Giuseppe Maria Laudani – ANSAmed.