Sarebbero quasi 800 i feriti negli scontri delle ultime 48 ore in Egitto. Una settantina i morti accertati, anche se sul bilancio delle vittime è guerra di cifre.
Mentre i Fratelli Musulmani dicono che le forze dell’ordine hanno aperto il fuoco deliberatamente su di loro al Cairo, nella notte tra venerdì e sabato, il procuratore generale egiziano ha cominciato l’interrogatorio di 72 sostenitori dell’ex presidente Morsi, accusati di omicidio, tentato omicidio, detenzione di armi ed esplosivi perché avrebbero provocato gli scontri.
Nel nord del Sinai un’operazione contro presunti terroristi avrebbe portato a 10 morti e una ventina di arresti.
Intanto i manifestanti pro-Morsi sono decisi a non sgomberare la piazza Rabia al Adawyah. Uno di loro, Salam Ahmed, dichiara: “Ho lasciato la mia famiglia e la mia casa per unirmi al sit-in perché ho scoperto che il regime di Mubarak controlla ancora il Paese.”
Da altre località arrivano notizie di incidenti a margine dei funerali. Nel delta del Nilo un giovane islamista è morto. Quindici feriti a Port Said, dove sono stati attaccati una chiesa copta e molti negozi. – Euronews