Dopo la notte di violenze e di morte di venerdi’ le armi, almeno al Cairo, hanno taciuto. Ma l’Egitto continua ad essere un Paese spaccato, sull’orlo del baratro. La piazza dei pro-Morsi è ancora piena di gente malgrado i massacri, la presidenza ha espresso ”rammarico” per le vittime ma il governo insiste nel pugno di ferro contro ”i terroristi”. In una situazione di stallo, è toccato alla diplomazia internazionale – in campo Europa e Stati Uniti – avviare un pressing per tentare da fare uscire l’Egitto dalla spirale di contrapposizione e violenza. Il capo della diplomazia Ue Catherine Ashton torna al Cairo a sorpresa in una nuova missione a soli dieci giorni dalla sua visita di meta’ luglio. Mentre gli Usa continuano a sollecitare le autorita’ egiziane a cercare una riconciliazione e anche la Lega araba si e’ pronunciata facendo appello a tutte le parti in causa a dare dimostrazione di moderazione. A fare da catalizzatore all’attenzione internazionale sulla necessita’ di trovare una soluzione negoziata alla grave contrapposizione nel Paese e’ Mohamed el Baradei, premio Nobel per la pace, a lungo leader dell’opposizione, ora nelle vesti di vice presidente per la relazioni internazionali. Oggi ha avuto colloqui con Ashton ed ha ricevuto una telefonata da Washington dal segretario di Stato Usa John Kerry.
Giunta ad un mese di sit in, la piazza islamica di Rabaa el adaweya si e’ ritrovata ancora una volta a sera per rompere il digiuno di Ramadan. E la guida della Fratellanza Mohamed Badie,
per il quale la magistratura ha chiesto l’arresto, ha rivolto un messaggio al capo dei militari e ministro della Difesa Abdel Fattah el Sissi, bollandolo come ”il nuovo faraone”. Prosegue nel frattempo l’attivita’ della procura sugli scontri. Oggi i magistrati hanno cominciato ad interrogare 72 pro Morsi arrestati dopo la battaglia di venerdi’. Tutti sono accusati di omicidio, tentato omicidio, possesso di armi e di esplosivo. E anche oggi nel Paese si sono registrati almeno due morti: un giovane egiziano, della Fratellanza, è stato ucciso nella regione di Gharbiya, nel delta del Nilo; e un altro ragazzo ha perso la vita a Port Said negli scontri scoppiati al termine del funerale di uno dei sostenitori di Morsi. Il tutto mentre l’agenzia ufficiale Mena ha battuto la notizia di ”dieci terroristi armati” uccisi nel Sinai nelle ultime 48 ore.
Durante la sua visita, Ashton incontrera’ Baradei, il presidente ad interim Adly Mansour, il ministro degli Esteri Nabil Fahmy e anche el Sissi, l’uomo che in questo momento ha in mano le leve del potere. L’inviata europea avra’ anche incontri con esponenti della Fratellanza e del suo partito Giustizia e liberta’. Nella sua precedente visita la Confraternita aveva fatto capire che non avrebbe sgradito i ‘buoni uffici’ dell’Ue per cercare di uscire dalla crisi. Ora, decine di morti dopo, le tensioni sono ancor piu’ drammatiche, anche se quello che molti hanno letto come un ultimatum rivolto alla piazza islamica da parte dei militari a sgomberare entro ieri la piazza e’ scaduto senza che la piazza fosse svuotata.
”Il popolo ha dato all’esercito e alla polizia un mandato per combattere chi cerca di destabilizzare la patria con atti terroristi”, ha avvertito stamattina il ministro dell’Interno Mohamed Ibrahim intervenendo ad una cerimonia all’accademia di polizia davanti a el Sissi, a lungo applaudito dalle reclute al suo arrivo. Ma gli appelli alla moderazione oggi si sono moltiplicati e alla richiesta si e’ unito anche il capo della chiesa copta Tawadros II, secondo il quale e’ ”inaccettabile” che egiziani versino il sangue di altri egiziani. Il papa copto era sullo stesso palco insieme alla principale figura sunnita, il gran imam di Al Azhar Ahmed el Tayyeb e ai rappresentanti delle forze politiche quando el Sissi ha annunciato il 3 luglio scorso la road map che ha destituito Morsi.
”Il golpe e’ fallito e il popolo e’ uscito vincitore”, ha scritto oggi sulla sua pagina Facebook Essam el Eryan,
vicepresidente del partito della Fratellanza. Ma al di la’ del trionfalismo e delle minacce contrapposte, forse qualcosa si muove dietro le quinte. * Danila Clegg – ANSAmed