Urne aperte per eleggere un nuovo Presidente, nel Mali sconvolto da un anno e mezzo di crisi politica e sociale, con le truppe francesi ancora impegnate nel Paese.
Sono quasi sette milioni i cittadini chiamati alle urne e il Capo dello Stato ad interim, Dioncounda Traoré, che non è candidato, ha invitato tutti a partecipare, aggiungendo che lo Stato è garante della regolarità del voto.
Uno Stato ancora fragile, ma tutti i ventisette candidati si sono impegnati a consolidarlo. E riunificarlo, per quanto possibile.
I favoriti sono due: Ibrahim Boubacar Keita, ex primo ministro, che ha promesso la “rifondazione” dello Stato del Mali, uno Stato che ha definito “indivisibile” pur promettendo le assise del Nord, per dare una rappresentanze ai Tuareg; e l’ex Ministro delle Finanze Soumala Cissé.
Davanti ai seggi, nei principali centri, i militari garantiscono la sicurezza e le code si sono create sin dal primo mattino:
“Per me è un grande piacere votare, voglio un buon Presidente per il mio Paese. È tempo per il cambiamento, nel Mali. Abbiamo fretta, anche fretta di entrare per votare”.
E in tema di fretta: c‘è stato qualche rimbrotto, nel Paese, per la pressione esercitata dalla Francia, che ha voluto accelerare il processo elettorale a costo di pesanti contestazioni in seguito: la macchina amministrativa è praticamente inesistente in alcune zone del Paese, e questo rischia di impedire alle minoranze di essere adeguatamente rappresentate. – Euronews