Il governo della Liberia ha annunciato misure “restrittive” per far fronte alla diffusione del virus dell’ebola nel Paese, e tra queste misure c’e’ anche la chiusura di parte delle frontiere, con l’eccezione degli scali e degli altri punti di ingresso piu’ importanti -l’aeroporto internazionale Roberts e l’aeroporto James Spriggs Payne- che rimarranno aperti sotto il controllo delle autorita’. Intanto a Lagos, le autorita’ nigeriane hanno chiuso e messo in quarantena l’ospedale dove e’ morto l’uomo che e’ la prima vittima del virus nel Paese. La vittima – Patrick Sawyer, un consulente finanziario per il ministero dell’economia liberiano di una quarantina d’anni- si era sentito male arrivando all’aeroporto di Lagos il 20 luglio, e’ stato messo in isolamento ed e’ morto venerdi’. L’ospedale, il First Consultants Hospital di Obalende, una delle zone piu’ popolose della citta’ (che ospita circa 21 milioni di persone) rimarra’ chiuso per una settimana e tutto il personale sara’ posto sotto controllo; inoltre il personale medico che e’ stato a piu’ stretto contato con il paziente, sara’ isolato.
La Liberia chiudera’ anche altri punti di ingresso importanti come il valico di Bo Waterside, che unisce il Paese con la Sierra Leone, dove sono morte oltre 200 persone a causa del virus. Ebola, che ha un tasso di mortalita’ che puo’ arrivare al 90 per cento, ha gia’ ucciso 672 persone tra la Guinea, la Liberia e la Sierra Leone da quando, nel febbraio scorso, e stato accertato. Il tasso di mortalita’ dell’attuale epidemia e’ di circa il 62 per cento. Altamente contagioso, specialmente nella fase tardiva della malattia, il virus provoca sintomi che vanno dal vomito alla diarrea, oltre a emorragie interne ed esterne. Agi