Dopo le celebrazioni ufficiali e gli appelli all’unità per la Festa della Repubblica, il Paese maghrebino si è ritrovato nuovamente alle prese con il terrorismo. Sabato pomeriggio a Sakiet Sidi Youssef (nella regione del Kef, vicino alla frontiera algerina) un’imboscata a due veicoli blindati dell’esercito ha causato la morte di due soldati e il ferimento di 4 persone tra le quali un civile di 16 anni. Sempre nella stessa giornata si sono registrati un ferito tra le forze di sicurezza durante una sparatoria a Mahdia in un’operazione che ha portato all’arresto di un pericoloso terrorista e colpi di arma da fuoco da parte di sconosciuti contro una base militare a Kasserine. Ma se la zona lungo il confine algerino, compreso il monte Chaambi, diventato ”rifugio” dei terroristi, è da lungo tempo sotto attacco da parte di gruppi islamici estremisti, ora a preoccupare è anche l’altro confine, quello ad Est con la Libia. Il Paese vicino è di fatto ripiombato in una sanguinosa guerra civile. Per questo motivo, il comitato interministeriale di sicurezza presieduto dal premier Jomaa ha elaborato un piano di rientro per i connazionali residenti in Libia. Questo piano comprende anche l’evacuazione dei rifugiati di altre nazionalità attraverso aeroporti all’interno del Paese e il controllo dell’afflusso di profughi attraverso i valichi di frontiera di Ras Jedir e Wazen-Dhiba. Creata inoltre un’unità di comunicazione con le famiglie della comunità tunisina in Libia e istituito un numero verde a questo scopo. Jomaa ha sottolineato nel corso della riunione, la necessità di predisporre adeguate misure di sicurezza lungo tutto il confine libico e di aumentare il grado di vigilanza al fine di controllare tutti gli ingressi in Tunisia. (ANSAmed).