Il procuratore generale della Libia, Abdel Qader Redwan, ha annunciato ieri che Saif al-Islam, figlio del defunto dittatore Muammar Gheddafi, comparirà insieme a più di trenta persone il prossimo 19 settembre davanti a un tribunale di Tripoli per “omicidio e istigazione allo stupro”.
Tra gli imputati, l’ultimo primo ministro del regime deposto, Baghdadi Mahmoudi, l’ex capo dei servizi segreti, Abdullah Senussi, e il responsabile dell’intelligence all’estero, Abu Zaid Umar Durda.Saif-Al-Islam-Gaddafi1
La Corte penale internazionale (Cpi), che accusa il figlio dell’antico rais di crimini contro l’umanità, ha chiesto a più riprese, l’ultima lo scorso 18 luglio, la consegna di Saif affinché venga giudicato all’Aia.
Secondo la Cpi, la Libia non ha sufficientemente dimostrato che le indagini che sta conducendo coprono lo stesso caso seguito dalla corte, e ritiene che il paese nordafricano “continua ad affrontare difficoltà sostanziali al momento di esercitare pienamente i suoi poteri giudiziari in tutto il paese”.
Inoltre, il tribunale internazionale sostiene che le autorità libiche “non sono state capaci di garantire il trasferimento di Saif al-Islam alla custodia dello stato dal suo luogo di detenzione nella città di Zintan”, situata a 180 chilometri a sud-est di Tripoli.
Tuttavia, le autorità libiche hanno più volte rifiutato di estradare il figlio del dittatore e hanno insistito nel giudicarlo in patria.
Secondo il procuratore generale, le indagini sui crimini commessi durante la rivolta armata popolare che nel 2011 ha posto fine al regime di Gheddafi sono concluse. Il relativo rapporto è composto da più di 4 mila pagine.
Redwan, citato dai principali media nazionali, ha poi rivelato che sono state emessi più di 280 mandati di cattura internazionali in relazione a questa causa.
Secondo il procuratore, gli accusati, tra i quali figurano 17 alti funzionari fedelissimi di Gheddafi, dovranno rispondere davanti alla giustizia di “omicidio di cittadini, costituzione di bande e gruppi armati fuori legge, partecipazione a stupri o averli ordinati”.
Le altre accuse sono “coinvolgimento in sparizioni forzate, appropriazione indebita, riciclaggio di denaro e attentato contro l’unione nazionale libica”.
Il sostituto procuratore Sadiq al-Sawer ha fatto sapere che Senussi ha ammesso di avere rivestito un ruolo chiave nei bombardamenti avvenuti nella città orientale di Bengasi durante la rivolta.
“La procura è stata responsabile degli interrogatori e alcuni di essi (gli accusati) avevano i loro avvocati”, ha assicurato al-Sawer riferendosi alla accuse lanciate da varie organizzazioni internazionali, inclusa la Cpi, sulla mancata difesa per Saif.
Questa è la prima volta che la procura generale della Libia annuncia l’apertura del processo contro il primogenito di Gheddafi per i presunti crimini commessi dal febbraio 2011. * Luca Pistone – – Atlasweb