28/08/2014 – Africa Occidentale – Ebola: primo caso a Port Harcourt

di AFRICA

 

Il governo dello Stato di Rivers ha annunciato la morte di un medico, il dottor Iyke Sam Enemuo, nella città sud-orientale di Port Harcourt. Lo riferisce il quotidiano nigeriano Vanguard, precisando che si tratta del primo decesso causato dall’Ebola nella principale località della regione petrolifera, dove sono operative numerose compagnie internazionali. Il dottor Enemuo si è spento in ospedale venerdì scorso, pochi giorni dopo aver incontrato funzionari delle Comunità economica dei paesi dell’Africa occidentale (Cedeao/Ecowas), l’organismo regionale impegnato nella lotta all’epidemia di febbre emorragica; anche la moglie del medico è stata contagiata.

Il commissario per la Sanità dello Stato di Rivers ha invitato la popolazione a “non farsi prendere dal panico”, assicurando che “misure adeguate sono state varate per contenere il virus” nella regione. Diverse persone che sono entrate in contatto con Enemuo sono attualmente sotto osservazione sanitaria. Si tratta del sesto decesso causato dall’Ebola in Nigeria, su un totale di 15 casi confermati, dove finora la situazione sembra “sotto controllo”.

Intanto per contrastare l’epidemia che ha già mietuto 1552 vittime in Africa occidentale – 125 nuovi decessi negli ultimi giorni – l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha approvato un nuovo piano di azione, sbloccando più di 490 milioni di dollari per i prossimi sei mesi. L’obiettivo dichiarato è quello di “invertire la tendenza dei nuovi casi e delle nuove zone infette nei prossimi tre mesi”, ma anche di “bloccare la trasmissione del virus nelle capitali e le grandi città portuali” per poi “porre fine ad ogni trasmissione residua entro sei a nove mesi”. Per rispondere all’emergenza sanitaria regionale, secondo l’Oms servono 12.000 operatori sanitari locali nei quattro paesi più colpiti oltre ai 750 internazionali. La febbre emorragica potrebbe colpire fino a 20.000 persone.

In base agli ultimi dati registrati dall’Oms, “l’epidemia continua la sua accelerata, con più del 40% dei casi censiti registrati negli ultimi 21 giorni”, con un tasso medio di mortalità del 52%.

Intanto ad Accra (Ghana), dov’è in corso una riunione urgente della Cedeao, i ministri della Sanità dell’organismo regionale chiedono la riapertura delle frontiere chiuse da Senegal, Costa d’Avorio e Guinea Bissau. Un provvedimento definito “non solo inutile ma anche dannoso” per la lotta all’Ebola, suggerendo un rafforzamento dei controlli ai confini piuttosto che una totale chiusura. – Misna

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