L’esercito del Camerun ha affermato di aver respinto un attacco della setta islamista Boko Haram lungo il confine con la Nigeria, nella regione di Fotokol (vedi Fides 27/8/2014). Nel corso dei combattimenti almeno 27 appartenenti a Boko Haram sono stati uccisi.
Le autorità di Yaoundé hanno inoltre dichiarato di aver prestato assistenza per il rimpatrio di un migliaio di soldati nigeriani che si erano ritirati in territorio camerunese di fronte all’offensiva di Boko Haram sul versante nigeriano della frontiera.
Nel frattempo sulla stampa camerunese, consultata dall’Agenzia Fides, si fa strada l’ipotesi che nell’estremo nord del Camerun, area che confina con la Nigeria, si sia creata una guerriglia locale che usa come schermo il gruppo nigeriano per mascherare le proprie azioni. Tra queste vi sarebbero i rapimenti di diversi cittadini stranieri avvenuti negli ultimi 18 mesi, compresi quelli di p. Georges Vandenbeusch, sacerdote Fidei Donum francese rapito nell’ottobre 2013 e rilasciato il 31 dicembre, e quelli dei due sacerdoti Fidei Donum italiani e di una suora canadese, rilasciati il 31 maggio. I rapimenti e gli assalti attribuiti a Boko Haram in Camerun non sono stati però rivendicati dalla setta islamista.
Il rinvenimento, sul luogo del rapimento di p. Vandenbeusch, di munizioni di fabbricazione israeliana (in dotazione solo ad alcuni reparti di elite delle forze armate camerunesi), sembra essere un indizio di possibili complicità con i rapitori all’interno dei militari regolari. Secondo questa ipotesi, alcuni uomini politici ostili all’attuale dirigenza di Yaoundé, avrebbero reclutato diversi giovani della zona (che è la più povera del Paese) in vista di creare un gruppo di guerriglia, in parte finanziato con i rapimenti di cittadini stranieri. Boko Haram si sarebbe quindi incaricato solo di custodire gli ostaggi in territorio nigeriano per conto dei suoi complici camerunesi. – Ag. Fides