Con più di un anno di ritardo rispetto alla scadenza prevista, le elezioni locali sono convocate per il 28 settembre sulla base di un decreto firmato dal presidente Denis Sassou Nguesso.
L’attesa tornata elettorale, inizialmente programmata per luglio 2013, è stata rinviata a data da destinarsi dopo l’apertura di un ampio dibattito politico sulle modalità della sua organizzazione. Sulla base di un accordo politico è stato realizzato un censimento amministrativo speciale che ha portato alla produzione di un nuovo registro elettorale di 1,8 milioni di aventi diritto. Un registro contestato dall’opposizione che teme, inoltre, una prossima riforma costituzionale per consentire al capo dello Stato di rimanere al potere, utilizzando proprio il nuovo registro.
Nguesso, 70 anni, è uno dei più longevi presidenti africani: arrivato al potere nel 1979, due anni dopo un golpe militare, è rimasto in carica fino al 1992 e dal 1997 in poi, in seguito a una guerra civile.
Uno scenario, quello del referendum costituzionale, che ha già spinto alcune formazioni politiche, tra cui l’Udr-Mwinda, ad annunciare il boicottaggio delle elezioni di fine settembre.
Lo scrutinio locale dovrebbe anche rappresentare un test elettorale per la maggioranza, in particolare per il Partito congolese del lavoro (Pct), molto fragile e diviso dopo le sanzioni a carico di 81 dei suoi membri che si erano presentati alle legislative del 2012 senza autorizzazione.
Nonostante entrate petrolifere miliardarie il 70% dei congolesi sopravvive sotto la soglia di povertà e la disoccupazione, soprattutto giovanile, è alle stelle. Inchieste e rapporti stilati da ong e difensori dei diritti umani hanno denunciato che in almeno sei dei 12 dipartimenti in cui il paese è suddiviso la tortura nei carceri “è sistematica e diffusa”, mentre corruzione, nepotismo e violazione dei diritti umani sono “all’ordine del giorno”. – Misna