Destituito dai militari e messo agli arresti nel luglio dell’anno scorso, l’ex presidente Mohamed Morsi, espressione della Fratellanza Musulmana, è oggetto di una nuova inchiesta: stando all’agenzia ufficiale egiziana Mena, l’indagine riguarda la trasmissione al Qatar – stretto alleato della Confraternita – di “documenti rilevanti sulla sicurezza nazionale”.
Morsi, che rischia già la pena di morte in altri processi a suo carico, è accusato di aver consegnato gli incartamenti a Doha, attraverso l’emittente televisiva Al Jazeera, con la complicità di esponenti del suo staff; da mesi accuse analoghe sono state depositate contro il suo ex segretario Amin El-Serafi.
Gli inquirenti, ha aggiunto la Mena, si sono recati nella prigione di Tora, dove Morsi è recluso, per interrogarlo; la sua detenzione preventiva è stata così prorogata come da prassi per altri 15 giorni.
La magistratura egiziana ha già incriminato tre giornalisti di Al Jazeera per sostegno alla Fratellanza, dichiarata lo scorso dicembre “organizzazione terroristica”, e minacce alla sicurezza dell’Egitto. La sanguinosa repressione seguita al rovesciamento di Morsi è stata seguita da migliaia di arresti fra i suoi sostenitori e centinaia di condanne a morte a carico della Fratellanza. – Misna