“Da due giorni le popolazioni di Kibumba, Kiwanja e Rutshuru festeggiano la liberazione delle tre località occupate da mesi. La gioia e il sollievo sono immensi per questi civili che hanno subito esazioni quotidiane: arresti arbitrari, saccheggi, arruolamento forzato, stupri. Ora per loro il calvario imposto dai ribelli è finito”: lo ha detto alla MISNA Thomas d’Aquin Muiti, presidente della società civile del Nord Kivu, mentre per il quarto giorno consecutivo prosegue l’offensiva dell’esercito contro le posizioni della ribellione del Movimento del 23 marzo (M23).
“Purtroppo sono state rinvenute due fossi comuni contenenti un numero imprecisato di corpi. Potrebbe trattarsi di giovani reclutati dai ribelli per combattere e successivamente uccisi ma anche di persone rapite nella regione. Ce ne sono state così tante scomparse nell’ultimo periodo” ha aggiunto l’interlocutore locale, auspicando “l’apertura di un’inchiesta seria per fare pieno luce sui responsabili”. Tuttavia, ha insistito Muiti, “è ancora presto per parlare di indebolimento dell’M23”, sottolineando che “sono riconquiste importanti ma che c’è ancora un vasto territorio occupato dal nemico” quindi “la battaglia contro l’M23 non è ancora terminata”. In conclusione l’attivista ha ricordato che “i ribelli possono sempre passare nei territori vicini per rifornirsi in armi e uomini” e che “ormai la presenza dell’esercito ruandese in Nord Kivu non è un segreto per nessuno”.
Da Kiwanja, liberata ieri, il governatore del Nord Kivu, Julien Paluku, ha annunciato la prossima nomina di un nuovo responsabile locale dell’amministrazione congolese. Nei territori occupati dall’M23 si sono ritirati i rappresentanti dell’amministrazione provinciale e centrale: la ribellione ha istituito un’amministrazione parallela che percepisce illegalmente le tasse pagate dai cittadini.
Nel frattempo dal terreno l’emittente locale dell’Onu Radio Okapi ha riferito che in mattinata le forze armate regolari congolesi (Fardc) sono entrate a Rumangabo, a 50 km dal capoluogo provinciale di Goma, dove l’M23 ha una sua importante base militare, dalla quale si sarebbe ritirato poco prima. A questo punto la ribellione nata lo scorso anno si sarebbe ripiegata verso Runyonyi, nei pressi del confine col Rwanda. – Misna