Il verdetto arriva dall’Alta corte del Capo occidentale, ma avrà certamente conseguenze a livello nazionale, probabilmente sullo stesso presidente sudafricano Jacob Zuma. Le decisioni del ‘public protector’, il magistrato incaricato di tutelare gli interessi dei cittadini nei confronti del governo, non sono automaticamente vincolanti per le istituzioni.
Proprio l’attuale ‘public protector’, Thuli Madonsela, era stata protagonista delle indagini sui lavori di ampliamento della residenza privata del presidente Zuma a Nkandla, costati 246 milioni di rand di denaro pubblico (l’equivalente di 17 milioni di euro al cambio attuale). Secondo le sue conclusioni, il capo dello Stato avrebbe dovuto restituire la parte di denaro utilizzata indebitamente.
Madonsela ha annunciato ricorso contro la decisione dei giudici del Capo, che non riguardava direttamente il caso Nkandla, definendo “confuse” le basi legali del verdetto ed evidenziando le ricadute negative che la sentenza potrebbe avere sulla possibilità dei cittadini comuni di ottenere risarcimenti.
Tanto l’African National Congress, partito di governo, che l’opposizione sostengono che il verdetto sia favorevole alle loro opposte tesi. L’opposizione – che insisteva sul valore vincolante delle decisioni – sottolinea infatti il passaggio in cui le conclusioni del ‘public protector’ sono definite “più che mere raccomandazioni”. Nelle scorse settimane i partiti di minoranza avevano comunque anticipato di voler portare il caso davanti alla Corte costituzionale, cui spetta l’ultima parola. – Misna