Manifestazione a Roma promossa da Italians for Darfur, per denunciare lo stupro di massa di 210 donne a Tabit, cittadina a una quarantina di chilomentri dalla capitale del Nord Darfur. Un centinaio di rifugiati sudanesi si sono dati appuntamento davanti al Parlamento, in piazza Montecitorio, per protestare contro le violenze e il governo del presidente Omar Al Bashir e per chiedere al governo italiano, con un appello al ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, impegnato nella conferenza sulle migrazioni con il suo omologo sudanese, Ali Karti, di fare pressioni affinché si autorizzi un’inchiesta internazionale indipendente sulla vicenda.
“La violenza sulle donne è inaccettabile, dovunque, non solo in Darfur” ha detto uno dei manifestanti.
Alcune attiviste hanno anche animato un flash mob vestite con abiti da sposa, a simboleggiare la purezza perduta delle giovani e delle bambine violentate in Sudan come in altri Paesi dove i diritti umani vengono spesso violati.
A raccogliere l’appello dei manifestanti c’erano alcuni esponenti della maggioranza di governo, come l’onorevole Mario Marazziti, presidente del comitato Diritti umani della Camera.
“Io raccolgo da voi questa denuncia su cui non abbiamo nessuna notizia diretta perché nessuno è potuto andare a vedere direttamente sul luogo, nemmeno l’Onu: noi crediamo che la verità fa sempre bene alla pace e alla fine della violenza”.
Italians for Darfur chiede di far luce su quanto avvenuto a Tabit, e di accogliere la richiesta del Consiglio di sicurezza dell’Onu di permettere l’accesso in quell’area a un team di osservatori, in modo da raccogliere testimonianze sulle atroci violenze denunciate dalla comunità locale e da media. -Askanews