29/01/2014 – Liberia -In aumento abusi su bambini, “serve l’impegno di tutti”

di AFRICA

 

Una “fonte di crescente preoccupazione” e una delle “più grandi sfide” che richiede il coinvolgimento di tutti i liberiani: in un discorso di due ore e mezza la presidente Ellen Johnson Sirleaf ha commentato con queste parole gli ultimi dati sulle violenze sessuali, in particolare ai danni dei bambini, commesse nel paese.

Uno studio interministeriale pubblicato a Monrovia evidenzia che su 1002 casi di stupro registrati lo scorso anno, due su tre (circa il 65%) hanno coinvolto bambini di età compresa fra i tre e i 14 anni. A questo dato allarmante si aggiunge il fatto altrettanto negativo che solo 147 casi sono arrivati in tribunale, portando alla condanna di 49 rapitori. “Nella maggior parte dei casi i responsabili sono in ancora in libertà. Il punto è che si tratta spesso di familiari o amici delle vittime che non vengono denunciati” si legge in una nota del ministero per la Parità e lo sviluppo, sottolineando che “la carenza di assistenza medica specializzata e di tutela da parte delle forze di sicurezza” ostacolano la lotta al fenomeno.

Stupro e violenze ai danni dei minori erano un’arma durante la guerra civile combattuta dal 1989 al 2003, anni in cui i ribelli reclutavano e sfruttavano bambini soldato. Un’eredità pesante per la Liberia, che ha spinto la Sirleaf a creare, nel 2009, un’unità di polizia femminile e a far approvare una legge più severa contro lo stupro. Un provvedimento che, però, non ha finora sortito l’effetto sperato.

“Le famiglie delle vittime – ha detto la presidente – sono restie a sporgere denuncia, un po’ per paura di essere stigmatizzate, un po’ per mancanza di prove di fronte a giudici compiacenti nei confronti degli imputati. Quindi si tende ancora a preferire la mediazione della comunità o del capo villaggio”. Per convincere donne e famiglie ad avviare procedimenti giudiziari sarà attuato un programma di sensibilizzazione e di prevenzione delle violenze sessuali che coinvolgerà società civile, difensori dei diritti umani, capi religiosi e tradizionali, insegnanti, giovani e genitori. “E’ vergognoso – ha sottolineato la Sirleaf – che questa problematica continui a guastare l’immagine del nostro paese”. – Misna

 

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