29/05/13 – Madagascar – Appello dei vescovi per le presidenziali

di AFRICA

Si terranno il 24 luglio le elezioni presidenziali in Madagascar: un appuntamento importante in vista del quale la Conferenza episcopale ha lanciato un appello al termine della Plenaria straordinaria, conclusasi il 24 maggio. “Le prossime votazioni – si legge nel documento finale dei lavori, intitolato ‘Dio, benedici la nostra patria e il Madagascar diventerà una terra di pace e di gioia’ – sono un’espressione della sovranità nazionale, perciò chiediamo che i cittadini possano esprimere liberamente la loro scelta e che i risultati non vengano manipolati”. Quindi, rivolgendosi direttamente ai candidati alla guida del Paese, i vescovi malgasci ribadiscono: “Il bene comune e il rispetto della persona siano al centro dei vostri discorsi e delle vostre azioni durante la campagna elettorale; la demagogia non prenda piede; mantenete le promesse e siate persone degne di fiducia”. Nell’ottica di dare nuova vita a “valori ancestrali come la riconciliazione e i buoni rapporti interpersonali”, la Chiesa del Madagascar evidenzia l’urgenza di “una nuova governance della nazione e dell’uso delle ricchezze del Paese a vantaggio di tutti”, perché solo così “il Paese diventerà indipendente e potrà progredire”. Non sono poche, infatti, le difficoltà che i vescovi elencano nel loro documento: la miseria, il divario tra ricchi e poveri, le famiglie divise, la corruzione, l’insicurezza, “un clima generale di violenza che non cessa di crescere”. Inoltre, i vescovi malgasci puntano il dito contro “l’ingerenza degli stranieri negli affari del Paese, dovuta alla mancanza di una volontà politica ed all’assenza di un sentimento patriottico tra i dirigenti”. Di qui, l’invito a tutte le persone di buona volontà a perseguire le vie della riconciliazione, anche perché la Chiesa “Madre e Maestra ha il dovere di mettere in guardia contro tutto ciò che porta alla deriva, per incoraggiare a percorrere il giusto cammino”. Infine, i presuli esortano i giovani a “diventare persone responsabili per costruire una nazione prospera”. Il documento episcopale si conclude, quindi, con una preghiera per la pace in cui si chiede al Signore di aiutare gli uomini a “conoscere la giustizia, unica fonte di pace”. * Isabella Piro – Radio Vaticana

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