29/05/13 – Tunisia – Attiviste Femen arrestate, topless per Amina

di AFRICA

Femen ha portato il primo attacco al cuore piu’ inquieto dell’Islam di oggi: tre attiviste si sono spogliate, davanti al tribunale di prima istanza di Tunisi, per chiedere la liberazione di Amina Tyler, finendo in una cella.

Una azione preordinata per essere spettacolare al massimo e con una ricerca puntigliosa della maggiore eco mediatica. E cosi’ e’ stato, perche’ ad attenderle c’erano giornalisti di una agenzia internazionale, avvertiti come quelli di alcune televisioni tunisine. Quattro di loro sono stati anche interrogati per una possibile connivenza con le tre ragazze ed a loro sarebbero stati anche chiesti filmati e scatti fotografici dell’accaduto. Una protesta durata pochi minuti, ma che ha scosso il Palazzo di giustizia della capitale, peraltro presidiato da molti agenti delle forze di sicurezza, allertati per possibili attacchi terroristici, non certo per seni al vento, striscioni ed urla. ”Free Amina” hanno gridato le attiviste – due francesi ed una tedesca – che, indossando scarponcini, cortissimi shorts e magliette volate via in un attimo per lasciarle a seno nudo, hanno chiesto la liberazione della liceale tunisina che domani sara’ processata per avere lasciato una scritta sul muro di un cimitero di Kairouan, nel giorno fissato per il raduno dei salafiti di Ansar al Sharia. Le attiviste hanno avuto il tempo di legare gli striscioni all’inferriata che protegge il tribunale ed a cominciare a lanciare i loro slogan prima che la gente e gli agenti si accorgessero di quanto stava accadendo.

”Revolution” avevano scritto in nero sul seno e, in un certo senso, una piccola rivoluzione l’hanno creata spaccando la piccola folla che le ha subito circondate. C’e’ stato chi – uomini, soprattutto molto giovani – ha cominciato ad applaudire e a lanciare battute intrise di sessismo. Ma c’e’ stato anche chi, la maggioranza, ha cominciato ad insultarle dicendo loro di tornare a casa. E c’e’ stato ancora chi – un gruppo di avvocati – ha reagito in modo inatteso, cominciando a cantare l’inno nazionale tunisino. Ma, davanti allo spettacolo della nudita’ femminile esposta, hanno reagito anche delle donne. Qualcuna, visibilmente contrariata, ha girato loro le spalle, per non guardare i seni nudi. Una signora ha cercato di coprire un’attivista alla bell’e meglio con uno spolverino, un’altra ha messo una cartellina di cartone sul seno di quella – viso molto bello e capelli intrecciati ad una coroncina di fiori, che faceva tanto hippy – che sembrava la piu’ scatenata.

Gli agenti, molti dei quali armati di mitra, per avere ragione di loro, hanno dovuto penare non poco: scalciando e cercando di sfuggire alla presa dei poliziotti, le tre femministe hanno resistito sin che hanno potuto. Poi hanno ceduto e sono state portate in un ufficio del tribunale, dove degli ufficiali della polizia giudiziaria le hanno fermate e quindi arrestate per oltraggio al pudore. Un’accusa che potrebbe costare loro una condanna a sei mesi di reclusione, che probabilmente eviteranno perche’ il loro destino sembra essere l’espulsione.* Diego Minuti – ANSAmed

 

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