29/05/14 – Libia – Pentagono beffato dai miliziani islamici, scomparse le armi contro al-Qaida

di AFRICA

 

Gli Stati Uniti sembrano soffrire sulla propria pelle il caos in cui è sfociata la nuova Libia dopo quattro decenni di dittatura di Muammar Gheddafi. Dopo la morte per mano di presunti jihadisti del loro ambasciatore nell’attentato contro la sede del consolato Usa a Bengasi nel settembre 2012, i membri di una milizia armata hanno anche sottratto nell’agosto 2013 armi, veicoli, dispositivi per la visione notturna e altre apparecchiature con cui militari statunitensi stavano addestrando le truppe libiche nella lotta contro al-Qaida. A riferire per la prima volta di questa vicenda è il New York Times.

L’anno scorso il Pentagono aveva messo in atto un programma di formazione antiterrorismo in quattro paesi nordafricani. Il più ambizioso, secondo l’autorevole testata statunitense, era proprio quello libico, che si è visto troncato sul nascere per l’ingente furto, avvenuto in una base vicino Tripoli il 4 agosto 2013. I ribelli giunsero all’alba, informati dell’esistenza del materiale quasi sicuramente da uno dei militari libici.

Il programma non ha potuto essere rilanciato in tutti questi mesi a causa dell’aumento dei casi di violenza in tutto il paese. Tuttavia, i piani di formazione contro al-Qaida nel Maghreb Islamico (Aqmi) proseguono in Mauritania, Niger e Mali.

Finora il programma era rimasto segreto. Per la Libia erano stati destinati 16 milioni di dollari, per la Mauritania 29 e per il Niger 15. Il quotidiano non ha riportato i dati relativi al Mali, dove nel 2012 venne sospesa la cooperazione statunitense dopo il colpo di stato dei militari. * Luca Pistone – Atlasweb

 

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