“Se un uomo può sciogliere il governo solo perché i suoi membri non sono amici del suo partito abbiamo davanti il governo di un solo uomo e che cos’è il governo di un solo uomo se non una dittatura?”: a dirlo è stato l’ex-vicepresidente del Sud Sudan, Riek Machar, in una breve intervista concessa all’emittente AlJazeera International.
Machar sostiene che la dissoluzione totale del governo, che da Juba la presidenza spiega essere tra le prerogative costituzionali del presidente, e la sua cacciata siano da ricondurre alle recenti critiche mosse al presidente da lui e altri esponenti dell’esecutivo.
Machar ha comunque sottolineato che sfiderà il suo ex-capo alle prossime elezioni che dovranno decidere chi guiderà il paese.
Intanto, nel fine settimana, l’ufficio della presidenza sud sudanese ha annunciato la nomina di Barnaba Marial Benjamin, ex-ministro dell’Informazione, a nuovo ministro degli Esteri.
Marial sostituisce Nhial Deng Nhial anch’egli rimosso dal suo incarico la settimana scorsa insieme a tutto il governo in carica (ministri, viceministri, vicepresidente) da una serie di decreti emessi dal presidente Kiir.
Secondo i media locali la nomina di Marial – l’unica finora annunciata – è stata resa necessaria a causa del “vuoto che si è creato dopo il licenziamento dell’esecutivo e che ha paralizzato i contatti con le relazioni esterne, così come con le missioni diplomatiche all’estero”.
Uno dei pochi esponenti del governo uscente ad aver rilasciato dichiarazioni ai media nei giorni successivi al licenziamento del precedente esecutivo, Marial aveva ripetutamente spiegato il diritto costituzionale del capo di Stato a sciogliere il governo.
Marial gode di una buona stima tanto a livello politico quanto a livello di opinione pubblica. – Adnkronos\