Ha ottenuto la maggioranza assoluto in parlamento, con 62 seggi su 91, l’Unione per la Repubblica (Unir), il partito del presidente Faure Gnassinbgé, ma i risultati ufficiali provvisori diffusi in serata dalla Commissione elettorale (Ceni) sono già stati bollati dall’opposizione come una “farsa elettorale”. Al secondo posto, con 19 seggi, c’è il Collettivo Salviamo il Togo (Cst, opposizione), seguito dalla coalizione Arcobaleno con sei deputati. In parlamento siederanno anche tre deputati dell’Unione delle forze di cambiamento (Ufc), dello storico oppositore Gilchrist Olympio alleato con il potere da alcuni anni, e un rappresentante di ‘Sursaut’, il partito di Kofi Yamgnane. A questo punto i risultati devono essere convalidati dalla Corte costituzionale dopo l’esame di eventuali ricorsi.
Alcuni candidati di opposizione, tra cui l’ex primo ministro Agbéyomé Kodjo e il Cst, hanno denunciato diversi casi di irregolarità e frodi in alcune zone dell’ex colonia francese, dove sarebbero stati allestiti seggi elettorali fittizi e dove, in qualche seggio le urne contenevano più schede che aventi diritto iscritti nelle liste.
Per gli osservatori dell’Unione Africana (UA) e della Comunità economica dei paesi dell’Africa occidentale (Cedeao/Ecowas) le legislative si sono svolte “in condizioni globalmente accettabili”. Per il capo della diplomazia dell’Unione Europea (UE), Catherine Ashton, il voto del 25 luglio ha segnato “una nuova tappa lungo la strada del rafforzamento della democrazia in Togo”, con un plauso particolare “per il senso civico dimostrato dalla popolazione andata a votare in modo massiccio e nella calma”. Secondo i dati ufficiali l’affluenza è stata del 65,79% dei 3,1 milioni di aventi diritto. Il giorno del voto è stato contrassegnato da momenti di tensione, in particolare in alcuni quartieri di Lomé, la capitale, storicamente vicini all’opposizione ma senza che si verificassero incidenti significativi.
Dopo l’indipendenza dalla Francia, ottenuta nel 1958, il Togo è stato di frequente teatro di violenze politiche. Dal 1967 al 2005 il paese è stato guidato da Gnassingbé Eyadéma, padre dell’attuale capo dello Stato. – Misna