29/07/14 – Mozambico – Intesa governo-opposizione. Una suora: speranze di novità

di AFRICA

 

In Mozambico, dopo lunghe trattative, è stato raggiunto un accordo tra il partito di governo Frelimo e la principale forza di opposizione, la Renamo, che da circa un anno e mezzo erano tornate a scontrarsi nelle regioni centrali del Paese, dopo aver combattuto, tra 1975 e 1992, una lunga guerra civile. L’accordo appena raggiunto prevede l’integrazione dei combattenti della Renamo nelle Forze armate e nella polizia e dovrebbe permettere uno svolgimento pacifico delle elezioni generali il prossimo 15 ottobre. Davide Maggiore ha chiesto come è stata accolta la notizia a suor Maria Laura Malnati, superiora delle Missionarie comboniane nel Paese, raggiunta telefonicamente nella capitale Maputo:

R. – Sapevamo che le due parti continuavano a incontrarsi tutti i giorni per riuscire ad arrivare a un accordo. E’ stato un po’ inatteso, nel senso che fino ad una settimana fa continuavamo ad avere attacchi tutti i giorni e ci chiedevamo se davvero si stesse facendo un accordo o se non fossero solo parole, che sarebbero rimaste lì senza nessun effetto. Siamo, invece, contente che le due parti si siano messe d’accordo e che si possa perlomeno ritornare nelle zone in cui c’era pericolo di viaggi, di vita, e si possa tornare a una situazione più o meno stabile.

D. – I colloqui comunque continuano. Quali sono adesso i nodi che restano da risolvere?

R. – Penso che il nodo più grande sia appunto quello dell’integrazione degli ex militari della Renamo nell’esercito o comunque in posti di lavoro, con sussidi che siano più o meno equiparati a quelli che erano del Frelimo. E penso che sia un po’ anche la distribuzione delle ricchezze.

D. – Abbiamo citato le risorse del Mozambico: vengono in mente il carbone e anche le riserve di idrocarburi. Quale può essere l’influsso di questa ricchezza del Mozambico, scoperta abbastanza di recente, sul futuro del Paese, in particolare per quanto riguarda i rapporti tra Renamo e Frelimo?

R. – Questo non lo sappiamo, perché quello che stiamo vedendo adesso è che queste grandi ricchezze di gas, carbone, pietre preziose, oro, non hanno un influsso positivo sulla popolazione, senza parlare dell’ambiente che viene devastato. Con i ricavati, inoltre, e con tutta questa ricchezza, non è che la popolazione riesca a avere un livello di vita migliore. I contratti vengono fatti dalle grandi multinazionali, dai governi, e sarà abbastanza difficile, dunque, trovare una via per fare in modo che queste ricchezze arrivino un po’ a tutti e non solo ad alcuni. Dovranno arrivare a fare accordi in cui qualcuno ceda qualcosa, altrimenti si continuerà ad avere conflitti.

D. – Questo accordo raggiunto tra Frelimo e Renamo fa anche ben sperare per le elezioni generali, che sono in programma il prossimo ottobre. Ci si può aspettare a questo punto, visto lo stato dei rapporti tra i due movimenti al governo e all’opposizione, che la Renamo partecipi alle elezioni e che lo faccia pacificamente?

R. – Noi speriamo di sì. Infatti, una delle preoccupazioni, se non si fosse arrivati a un accordo, era proprio quella delle elezioni. Con questo accordo abbiamo una grande speranza che si facciano, e che si facciano in modo pacifico e in modo, speriamo, libero e trasparente, come è lo slogan.

D. – Queste elezioni arrivano ad oltre 20 anni dalla fine della lunga guerra civile che ha insanguinato il Mozambico fino al 1992 e in queste elezioni, ovviamente, voteranno anche molti giovani che magari non hanno conosciuto gli anni della guerra civile. Anche questa per voi è una ragione di speranza?

R. – Sì, è una ragione di speranza, come lo è anche il fatto che stia emergendo un terzo partito che non è Frelimo o Renamo, e quindi i giovani sperano soprattutto in questa nuova forza, che potrebbe dare un cambio alla situazione, potrebbe portare delle novità positive. Tutto dipenderà, dunque, dalle elezioni, ma speriamo che davvero anche i partiti poi non deludano questi giovani, che vogliono qualcosa di nuovo, che vogliono avere la loro parte anche nel governo di questo Paese, e che soprattutto vogliono avere condizioni di vita migliori. – Radio Vaticana

 

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