Uno sciopero indetto dall’Unione nazionale dei metalmeccanici del Sudafrica (Numsa) prolungatosi per quattro settimane si è concluso grazie a un accordo con le società interessate, con la mediazione del Dipartimento del lavoro nazionale e un organismo ‘ad hoc’: lo ha annunciato la stessa Numsa, sostenendo che tutti i suoi 220.000 affiliati hanno accettato l’offerta della controparte “all’unanimità”.
Il patto stabilisce un aumento salariale fisso del 10% per tre anni destinato ai lavoratori meno pagati, un’intesa a cui entrambe le parti sono arrivate dopo aver più volte rivisto le loro istanze mettendo fine a una mobilitazione che ha attraversato diverse zone del paese costringendo anche colossi dell’automobile come General Motors (Gm), Toyota e Bayerische Motoren Werke (Bmw) a sospendere la produzione.
Numsa chiedeva aumenti salariali fra il 12 e il 15%, a fronte del 7% offerto dalla Federazione sudafricana delle industrie dell’acciaio e ingegneristiche (Seifsa). Ad accordo raggiunto, la Seifsa ha espresso l’auspicio che “tutte le parti onoreranno il testo e lo spirito dell’intesa”. Il segretario generale della Numsa, Irvin Jim, ha definito l’accordo come “il prodotto del sudore e di dure lotte da parte dei nostri lavoratori e lavoratrici per un salario di sussistenza … e di una battaglia risoluta durata quattro settimane per farla finita con una politica dei salari risalente all’epoca dell’apartheid”. – Misna