Da diversi giorni nel territorio di Beni, circa 350 km a nord di Goma (Nord Kivu nell’est della Repubblica democratica del Congo), almeno 160 ex ostaggi dell’Alleanza delle Forze Democratiche (ADF), un gruppo armato di origine ugandese, vivono in una terribile situazione umanitaria. Lo afferma una nota inviata all’Agenzia Fides dalla Rete “Pace per il Congo”. La società civile di Beni indica che, dal loro ritorno, queste persone non usufruiscono di alcuna assistenza da parte delle autorità o delle organizzazioni umanitarie.
L’amministratore del territorio di Beni, Kalonda Amisi, ha detto di non avere alcun mezzo per aiutarli. Molti di questi ex ostaggi sono malati, mostrano segni di grave malnutrizione e soffrono di traumi psicologici per le atrocità subite, ha affermato l’Ong Convenzione per il rispetto dei diritti umani (CRDH), aggiungendo che le donne e le ragazze sfuggite dalle mani dei ribelli ugandesi sono state utilizzate come schiave sessuali e la maggior parte di loro sono ricoverate all’ospedale di Oicha. “Abbiamo accolto quattro donne che sono arrivate in stato di gravidanza. La maggior parte delle donne e delle bambine sono state violentate. Nella foresta hanno vissuto situazioni terribili. Gli ex ostaggi hanno affermato che alcuni membri delle loro famiglie sono stati uccisi alla loro presenza e che i loro corpi sono stati decapitati e usati come cibo insieme a carne di capra. Sono quindi stati obbligati a mangiare carne umana” ha dichiarato Jean-Paul Paluku Ngongondi, presidene di CRDH.
Questi ex ostaggi sono riusciti a fuggire durante la distruzione delle basi dell’ADF da parte delle Forze Armate congolesi, attraverso l’operazione “Sokola” (Pulizia), lanciata in collaborazione con le forze della Missione ONU nella RDC (MONUSCO). Ma centinaia di altri rimangono ancora ostaggi (vedi Fides 26/8/2014). Da parte sua, la MONUSCO si è già mobilitata per cercare queste persone abbandonate dall’ADF nella foresta di Beni, che vagano senza alcuna assistenza. – Ag. Fides