29/09/13 – Kenya – Piccole Al Qaeda, grandi danni

di AFRICA

 

Dal Pakistan al Marocco, una serie di gruppi locali eredi di Al Qaeda sfrutta la globalizzazione della jihad. Il commando dell’assalto al centro commerciale di Nairobi del 21 settembre sarebbe stato addestrato nello Yemen, dove prospera Al Qaeda nella Penisola Arabica, la costola più temibile della nuova rete del terrore. I legami con la Somalia sono storici e gli al-shabaab, i talebani di Mogadiscio, pur indeboliti sul terreno, sognano di «issare la bandiera del califfato sull’Africa orientale» compresa una fetta del Kenya e della Tanzania.

In Nigeria sono oltre un migliaio i miliziani di Boko Haram e dell’Avanguardia per la protezione dei musulmani nell’Africa nera. I nigeriani hanno collegamenti con i gruppi della guerra santa in Mali sconfitti, ma non schiacciati, dai francesi. Tra questi il Movimento per l’unità e la jihad in Africa occidentale. Più a nord rimangono attive le cellule di Al Qaeda nel Maghreb islamico (Aqmi). Il nemico numero uno dei servizi segreti algerini, l’emiro Mokhtar Belmokhtar, è stato segnalato nel sud della Libia. L’Aqmi ha di recente minacciato il Marocco, ritenuto «regno della corruzione e del dispotismo».

In Tunisia i salafiti di Ansar al-sharia sono stati messi fuorilegge e nel Sinai i gruppi armati filo Al Qaeda hanno lanciato 300 attacchi negli ultimi mesi contro le forze di sicurezza egiziane.

Nonostante l’offensiva con i droni, le aree tribali pachistane rimangono una base degli eredi di Osama Bin Laden, come la rete Haqqani. Nel vicino Afghanistan l’esercito di Kabul perde 75 uomini alla settimana per gli attacchi dei talebani (oltre 2 mila al mese). La costola irachena di Al Qaeda ha già provocato un centinaio di morti nel solo mese di settembre.

A Baghdad i terroristi preparavano un attentato con gas sarin da spruzzare con piccoli aerei telecomandati. In Siria i due gruppi ispirati da Al Qaeda, il Fronte al-

Nusra e lo Stato islamico dell’Iraq, stanno scalzando gli altri combattenti: puntano a controllare un’area che va dalla provincia di Anbar in Iraq alla zona desertica della Siria orientale, primo tassello del califfato. * Fausto Biloslavo – Panorama

 

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