Oltre due milioni e mezzo di persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case in Africa dall’inizio dell’anno, mentre altre vicende internazionali catalizzano l’attenzione: un’emergenza dimenticata che vede il continente “soffrire proporzionalmente più di altre regioni del mondo” nelle parole di Antonio Guterres, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati.
Parlando oggi a Ginevra, Guterres ha sottolineato che “la coniugazione di nuove situazioni di emergenza e di conflitti prolungati pone una sfida enorme ai governi ospiti e alle comunità locali”. L’Africa in questo contesto conta al momento tre milioni di rifugiati e 12 milioni e mezzo di sfollati interni. I nuovi profughi di quest’anno sono attribuiti alle crisi in corso in Repubblica Centrafricana, nel nord della Nigeria, in Sud Sudan e in Libia.
“Una cosa è chiara. Senza la volontà politica di una prevenzione efficace tutto quello che può fare la comunità internazionale è reagire alle nuove crisi, lamentarsi delle sofferenze che causano e cercare di rimediare ai loro costi con quantità di denaro sempre più importanti” ha detto l’Alto Commissario.
Guterres ha deplorato la mancanza di soluzioni durature per aiutare i rifugiati, proponendo “un patto di solidarietà allargato” per aiutare non solo loro ma anche le comunità che li accolgono.
“C’è un chiaro legame – ha osservato poi Guterres – fra gli avvenimenti in Mali, Nigeria, Libia e Somalia e quello che accadde in Siria, Iraq, Yemen o Afghanistan…Se il mondo lo ignora, l’insicurezza busserà alle porte di ciascuno. Non è solo una questione di solidarietà internazionale. La pace e la sicurezza mondiali sono in gioco, insieme ai migliori interessi di tutti”. – Misna