Comincia con un colpo di scena la fase di avvicinamento al processo per incitamento alla violenza e omicidio nei confronti del deposto presidente egiziano Mohamed Morsi, previsto al Cairo per il 4 novembre. I tre giudici di un tribunale del Cairo hanno deciso oggi di autoricusarsi rinunciando a processare la guida suprema della Fratellanza Mohamed Badie, i suoi numeri due Khairat el Shater e Rashad Bayoumi e altri tre alti dirigenti della Confraternita, tutti accusati di incitamento alla violenza. I magistrati non hanno dato spiegazioni per la loro decisione, dicendo semplicemente di essere a disagio nel proseguire l’esame del procedimento arrivato oggi alla seconda udienza e che doveva stabilire la responsabilita’ dei piu’ alti vertici della Confraternita nella morte di nove manifestanti durante i violenti scontri esplosi al quartier generale della Fratellanza a Moqattam al Cairo il 30 giugno, giorno in cui milioni di egiziani sono scesi in strada per chiedere le dimissioni di Morsi, che tre giorni dopo venne deposto per mano dei militari.
Secondo fonti giudiziarie, il gesto dei giudici e’ legato al fatto che i sei imputati, per motivi di sicurezza, non sono mai comparsi in aula per il loro processo, mentre la legge egiziana prevede che gli accusati siano presenti almeno per l’udienza di apertura del procedimento. Nessuno e’ in grado di sapere oggi se la decisione dei giudici possa costituire un precedente per il processo, politicamente ancora piu’ carico di significati, nei confronti di Morsi, accusato con quattordici altri imputati di avere incitato all’uccisione di manifestanti durante le proteste al palazzo presidenziale il 5 dicembre scorso. Secondo l’accusa il presidente e i suoi consiglieri chiamarono in campo le cosiddette milizie della Fratellanza per disperdere i manifestanti visto il rifiuto ad intervenire delle forze dell’ordine. Nelle sanguinose violenze che seguirono nove persone persero la vita. Per questi reati Morsi, cosi’ come gli imputati del processo aggiornato sine die oggi, rischia la pena di morte. L’ex presidente detenuto in una localita’ segreta dal 3 luglio, giorno della sua deposizione, non intende pero’ avvalersi di avvocati difensori e sta preparando la sua arringa difensiva. L’alleanza anti golpe, che raccoglie forze pro Morsi, ha affermato che l’ex presidente non riconosce l’autorità della corte a giudicarlo e che il suo team difensivo partecipera’ alle udienze solo per seguire i lavori. I movimenti che sostengono i Fratelli musulmani hanno gia’ indetto “la settimana della persistenza” in vista del 4 novembre convocando per quel giorno nuove manifestazioni contro “l’oppressivo golpe militare” e a sostegno della “fermezza del presidente eletto”. * Danila Clegg – (ANSAmed).