29/10/13 – R.D. Congo – Nord Kivu: M23 “Quasi Neutralizzato”, per Onu un successo

di AFRICA

 

“I ribelli hanno abbandonato quasi tutte le loro posizioni e oppongono poca resistenza. Gli ultimi sviluppi hanno quasi portato alla fine militare del Movimento del 23 marzo (M23)”: lo ha dichiarato al Consiglio di sicurezza dell’Onu Martin Kobler, il Rappresentante speciale in Congo del Segretario generale. Nel suo intervento, fatto in videoconferenza da Goma, Kobler ha tracciato un quadro positivo della situazione militare sul terreno, dopo quattro giorni di scontri tra la ribellione e l’esercito che hanno portato le forze armate regolari (Fardc) a riprendere il controllo di cinque località tra 25 e 80 km dal capoluogo del Nord Kivu. Dopo Kiwanja,Rutshuru, Buhumba e Kibumba, ieri i soldati congolesi hanno riconquistato la base militare strategica di Rumangabo, a una quarantina chilometri da Goma.

L’offensiva delle Fardc, sostenute dalla locale missione Onu (Monusco), è stata valutata dal Consiglio di sicurezza come “un successo”. Inoltre i 15 Stati membri hanno condannato i recenti attacchi dell’M23 contro i caschi blu dispiegati in Nord Kivu, in particolare la morte di un soldato tanzaniano a Kiwanja. Ma al livello internazionale si sono anche fatto sentire critiche e dubbi sull’esito dell’operazione militare. L’ambasciatore del Rwanda all’Onu, Eugène Richard Gansana ha sottolineato che “la neutralizzazione del M23 non significa la fine della crisi nell’est del Congo”, aggiungendo che Kigali “non tollererà alcuna minaccia alla sua sicurezza”. Russel Feingold, inviato speciale di Washington nella regione dei Grandi Laghi, ha avvertito che “la regione rimane una polveriera (…) si corrono rischi enormi se si pensa che la soluzione militare è l’unica risposta: quelli di attrarre altre forze e di arrivare a una guerra incrociata”. L’ambasciatore francese all’Onum Gérard Arault, ha dichiarato che “tutti abbiamo concluso che ora si deve ritornare al tavolo negoziale a Kampala”.

Sul terreno l’M23, che ha spiegato di aver optato per “una ritirata strategica” da queste località per “risparmiare vite umane”, ha accantonato le sue truppe sulle colline di Bunagana, al confine col Rwanda. Il ministro della Difesa Alexandre Luba Ntambo ha invece chiamato i ribelli al disarmo e ad arrendersi “su base volontaria”. Il ministro ha anche annunciato l’apertura di un’inchiesta per “identificare le fosse comuni rinvenute a Kibumba e determinare i responsabili di gravi violazioni dei diritti umani commesse su tutto il territorio controllato da forze negative”. Dopo quattro giorni di scontri, i cui bilanci non sono stati ancora diffusi, la già difficile situazione umanitaria si è ulteriormente aggravata. Una decina di civili feriti sono stati ricoverati all’ospedale di Rutshuru, Secondo l’Ufficio Onu per il coordinamento degli Affari umanitari (Ocha), circa 22.500 nuovi sfollati in fuga da Kibumba hanno raggiunto Goma e 10.000 persone si sono rifugiate nel confinante Uganda. – Misna

 

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