I diamanti dello Zimbabwe potrebbero essere messi in vendita ad Anversa, la capitale mondiale del commercio di pietre preziose, già entro fine anno: lo riferisce il quotidiano The Herald, mentre fonti della MISNA sottolineano che alla commercializzazione delle gemme sono affidate le speranze di una ripresa economica.
Ad annunciare il prossimo inizio delle vendite sulla piazza belga sono stati i responsabili di Zimbabwe Mining Development Corporation (Zmdc), un gruppo statale che estrae i diamanti come partner al 50% di consorzi con società cinesi e sudafricane. “Andremo ad Anversa – ha detto il direttore generale Jerry Ndlovu – per definire le modalità della vendita dei diamanti e con la fondata speranza di poterli mettere sul mercato già entro fine anno”.
Negli ultimi anni le esportazioni di pietre preziose dallo Zimbabwe sono state condizionate da una serie di restrizioni internazionali, motivate con violazioni dei diritti umani che sarebbero state commesse in particolare in occasione delle elezioni del 2008. Parziali aperture nei confronti del presidente Robert Mugabe e del suo governo si erano manifestate già prima del voto del luglio scorso, contestato dall’opposizione ma per lo più pacifico; ed erano sfociate, in settembre, nella cancellazione di Zmdc dalla “lista nera” dell’Unione Europea.
Secondo padre Oskar Wermter, un gesuita che vive ad Harare da oltre 40 anni, un aumento delle esportazioni di diamanti potrebbe dare ossigeno a un’economia in difficoltà ma non risolvere i problemi di fondo. “Il tasso di disoccupazione resta elevato – dice il religioso – e continua a spingere migliaia di giovani a emigrare in Sudafrica o, per chi ha qualche risorsa in più, negli Stati Uniti”. Secondo padre Wermter, “il problema non è solo l’agricoltura ma anche il crollo della produzione manifatturiera nelle città”.
Stando a una ricerca pubblicata ieri da Standard Bank, il più importante istituto di credito dell’area sub-sahariana, negli ultimi dieci anni le difficoltà economiche dello Zimbabwe hanno determinato un incremento del 320% delle importazioni dal Sudafrica. Il governo di Harare ha calcolato che tra il 2000 e il 2009 l’economia nazionale si è contratta del 40%. “A una fase di stabilizzazione coincisa con l’esperienza del governo di unità nazionale in carica fino al luglio scorso – dice padre Wermter – non è seguito alcun rilancio”. Le elezioni hanno confermato alla presidenza Mugabe, eroe della lotta anti-apertheid ormai ottantanovenne, alla guida del paese dal 1980. – Misna