Sono circa 150 i ribelli hutu ruandesi che hanno deposto le armi e si sono arresi in Kivu, nell’est della Repubblica democratica del Congo. La resa giunge una settimana prima della scadenza dell’ultimatum rivolto dalla comunità internazionale a tutti i combattenti presenti nell’area affinché depongano per sempre le armi.
Si tratta di ex combattenti delle Forze democratiche di liberazione del Rwanda (Fdlr) e delle loro famiglie, inclusi donne e bambini, consegnatisi alle autorità locali a Buleusa, nel territorio di Walikale, stando a fonti ufficiali del Nord Kivu. A questi si aggiunge un altro gruppo, sempre radunatosi a Buleusa, e un terzo – composto da 72 ex ribelli e 168 donne – che ha invece raggiunto il centro di Burhinyi.
In base ai programmi, in un secondo momento i ribelli del Kivu saranno trasferiti a Kisangani, capitale della Provincia Orientale, dove si trovano già altri esponenti delle Fdlr arresisi in precedenza.
Secondo le stime correnti, i membri delle Fdlr nella zona sarebbero in tutto fra i 1500 e i 2000; alcuni sono accusati di coinvolgimento nel genocidio ruandese del 1994.
Il 18 aprile scorso, le Fdlr avevano annunciato di volersi separare da quelli che hanno definito “ex combattenti importanti” per “dedicarsi alla lotta politica”. Sta di fatto che il governo di Kigali rifiuta qualsiasi dialogo con la ribellione. – Misna