1839. Con un “breve”, intitolato In supremo apostolatus, il pontefice proibisce severamente la tratta schiavista. Nella sua lettera ricorda altri documenti analoghi di suoi predecessori, da Pio II (1462) a Paolo II (1539), da Urbano VIII (1639) a Benedetto XIV (1741).
«Per questo Noi, desiderando allontanare questa infamia così grande da tutte le regioni cristiane, ammoniamo e scongiuriamo vigorosamente nel Signore tutti i cristiani di qualsiasi condizione, che nessuno osi più in futuro, gli indiani, i negri o altri uomini di tal genere, maltrattarli ingiustamente, o spogliarli dei loro beni, o ridurli in schiavitù, o porgere aiuto e favore ad altri che compiono tali cose verso di loro, o esercitare quell’inumano commercio con il quale i negri, come se non fossero uomini ma puri e semplici animali, ridotti in qualunque modo in servitù, senza nessuna differenza, contro i diritti della giustizia e dell’umanità, sono comprati, venduti e costretti talvolta a eseguire durissimi lavori». (In supremo apostolatus)