Oggi e domani ad Addis Abeba si tiene la riunione dei capi di stato e di governo dell’Unione Africana. Si tratta del trentesimo summit dell’organizzazione che raggruppa 55 paesi membri. I lavori nella capitale etiopica sono cominciati già mercoledì scorso quando sono arrivati i ministri degli esteri che hanno preparato il summit. In agenda di questo vertice dell’Unione ci sono diversi punti importanti tra i quali la lotta alla corruzione, vero male incurabile (o quasi) del continente, e poi la creazione di un mercato unico del trasporto aereo e, ancora, una zona di libero scambio continentale e la questione dell’adesione alla Corte Penale Internazionale dalla quale la maggioranza dei paesi si è già espressa per l’uscita.
Con questo summit la presidenza di turno passa dal presidente della Guinea Alpha Condè a quella di Paul Kagame, presidente del Ruanda. Il summit potrebbe essere anche l’occasione per una presa di posizione più forte verso gli Stati uniti di Trump per le dichiarazioni su Haiti e alcuni paesi del continente definiti “paesi di merda”. L’Unione Africana aveva preso una posizione molto forte, aveva chiesto le scuse formali del Capo della Casa bianca. Poi gli ambasciatori all’Onu gli avevano inviato una lettera invitandolo al summit dell’Unione. Trump non ha fatto nè l’una nè l’altra cosa: non ha chiesto scusa e non si farà vedere al summit.
Ci sono questioni più importanti, certo, ma sarebbe una bella mossa se i presidenti africani ne prendessero atto con una dichiarazione comune nel documento finale del summit.
(Raffaele Masto – Buongiorno Africa)