Una risoluzione “limitata”, almeno per quanto riguarda i diritti umani: così Omar Mih, rappresentante del Polisario in Italia definisce alla MISNA quella approvata ieri dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu che stabilisce il rinnovo per un anno della missione di peacekeeping nel Sahara Occidentale. Ancora una volta infatti, la questione dei dritti umani del popolo sahrawi resta ai margini del documento, che non autorizza i caschi blu della Minurso a monitorare eventuali abusi e violazioni sulla popolazione civile nei territorio occupati dal Marocco e nei campi profughi.
Nonostante le raccomandazioni del Segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, che ha definito “urgente” l’estensione del mandato della missione – che di fatto monitora il cessate-il-fuoco – alla supervisione della situazione umanitaria nei campi profughi, la linea non é passata.
“La risoluzione – spiega Mih – va nella giusta direzione quando sancisce l’estensione del mandato della Minurso fino al 30 aprile 2015 e chiede che le due parti in lotta si adoperino per sviluppare e implementare un meccanismo credibile che assicuri il pieno rispetto dei diritti umani”. Ma non arriva a imporre che i caschi blu si occupino anche di monitorare la situazione sul campo.
Una mancanza “che rende la Minurso anomala, in quanto unica missione di peacekeeping Onu al mondo priva di delega per monitorare e investigare abusi sui diritti umani” sottolinea il responsabile.
L’anno scorso, la campagna per l’introduzione del monitoraggio da parte della Minurso era stata all’origine di accese tensioni diplomatiche tra il Marocco, spalleggiato dalla Francia, e gli Stati Uniti, rientrate quando questi ultimi avevano abbandonato il proposito al Consiglio di Sicurezza.
I negoziati per una soluzione diplomatica del conflitto nel Sahara Occidentale – ex colonia spagnola occupata militarmente dal Marocco nel 1975 – sono in stallo: le autorità marocchine sono disposte a concedere alle popolazioni del territorio, ricco di fosfati, un’ampia autonomia regionale, mentre il Fronte Polisario, (Frente Popular de Liberación de Saguía el Hamra y Río de Oro) sostenuto dall’Algeria, chiede in ottemperanza delle risoluzioni Onu lo svolgimento di un referendum per l’autodeterminazione. – Misna