Con cortei “rivoluzionari” per le strade e appelli a uno sciopero della fame di massa nelle carceri, i Fratelli musulmani hanno reagito all’elezione dell’ex generale Abdel Fattah al Sisi a presidente dell’Egitto.
Dopo il voto che ha visto stravincere Sisi nelle presidenziali, con un monolitico 93% dei consensi a fronte per di un’affluenza sotto il 50%, la Confraternita ha sfruttato il clima di religiosità islamica del primo venerdì per organizzare cortei in vari centri del paese sfociati in alcuni casi in scontri con la polizia. E ha fatto sentire la propria presenza mancata nelle urne a causa del boicottaggio delle consultazioni stravinte da Sisi, l’ex capo delle forze armate che dieci mesi fa era stato artefice della defenestrazione di Mohamed Morsi, il leader della Confraternita eletto presidente dopo la caduta del “rais” Hosni Mubarak.
I fratelli musulmani hanno lanciato appelli a scendere in strada in una nuova “ondata rivoluzionaria” contro Sisi e vi sono stati cortei in vari centri del paese sfocianti in scontri con le forze dell’ordine che hanno lanciato spesso gas lacrimogeni causando qualche intossicato. Le contrapposizioni più violente sono state segnalate ad Ain Shams, in un quartiere nord-orientale del Cairo dove c’è stato il lancio, oltre che di pietre, anche di bottiglie molotov. Le forze dell’ordine hanno compiuto in totale 59 arresti, per la maggior parte ad Alessandria (32).
La Confraternita, costretta alla clandestinità dal dicembre scorso dopo gli attentati seguiti alla defenestrazione di Morsi, ha accresciuto il clima di tensione annunciando un nuovo sciopero della fame di massa nelle carceri: dopo un’iniziativa analoga sviluppata a fine aprile-inizio maggio, il loro sito ufficiale ha sostenuto che si punta a coinvolgere per una settimana circa 23 mila “detenuti politici” in 114 penitenziari.
Lo stato di massima allerta all’aeroporto del Cairo e la morte di un giovane deceduto per l’esplosione di un rudimentale ordigno che stava trasportando in motocicletta hanno inoltre ricordato la sempre incombente minaccia terroristica islamista.
In questo quadro, e in attesa dell’annuncio dei dati ufficiali, Sisi ha mantenuto il silenzio e una sua presunta intervista ad un quotidiano kuwaitiano è stata derubricata a collage di passate dichiarazioni: il senso delle frasi attribuite al presidente in pectore (la mano tesa “a tutti gli egiziani” per “placare le tensioni”) è comunque in linea con la sua difficilissima agenda. Il rispetto dello “Stato di diritto, dei diritti dell’uomo e delle libertà pubbliche” è del resto quanto ha dichiarato di aspettarsi Parigi formulando gli auguri al nuovo leader egiziano. Sisi ha ricevuto anche le congratulazioni del presidente russo Vladimir Putin in una telefonata in cui i due si sono detti certi che le “ricche tradizioni di amicizia tra Russia ed Egitto vedranno un ulteriore sviluppo in tutte le aree”. – Swissinfo