Disoccupazione oltre l’80%, un terzo della popolazione assistita dalla comunità internazionale, un quarto in fuga dalla carestia. Questa la realtà dello Zimbabwe all’inizio del quinto mandato di Robert Mugabe.
Nella capitale Harare, Solomon costruisce e vende mobili per 200 dollari al mese. Era un ragazzo quando Mugabe prese il potere.
“Attendiamo che arrivi il cambiamento da quando abbiamo vinto le elezioni – spera Solomon Ngarivume – Ci aspettiamo di vedere dei benefici per far in modo che la nostra vita migliori”.
Vincitore di un’elezione contestata, Mugabe, 89 anni, è il più vecchio presidente al mondo. È sempre riuscito a porsi come il liberatore dai coloni britannici, ma la sua politica populista ha portato il Paese – ostaggio della iper-inflazione – verso una recessione decennale.
“Essere eletti non è sufficiente – sostiene l’analista politico Takura Zhangazha – Bisogna andare oltre la retorica dell’indigenizzazione e della ripresa della terra. Devono dimostrare di avere intenzioni realmente democratiche, di voler mettere realmente al centro le persone e affrontare le sfide economiche che il Paese si troverà di fronte”.
Un auspicio che fa i conti con un Paese diviso. Lo sfidante del presidente alle elezioni del 31 luglio scorso, Morgan Tsvangirai, non ha preso parte alla cerimonia di insediamento e continua a denunciare brogli elettorali. – Euronews