30/10/14 – Botswana – I deputati contro il presidente: “sei nepotista”

di AFRICA

 

C’è la volontà di creare una “dinastia” dietro la richiesta del presidente Ian Khama, appena rieletto, di cambiare le regole per l’elezione del suo vice: lo sostengono i partiti di opposizione del Botswana. E, secondo alcune ricostruzioni, la critica comincia a farsi spazio anche nello stesso Botswana Democratic Party (Bdp) al governo.

Khama ha chiesto che i parlamentari, a cui spetta la nomina del vicepresidente, non votino più, in quest’occasione, a scrutinio segreto ma per semplice alzata di mano. Lo stesso procuratore generale del Botswana, agendo a nome del governo, si è rivolto all’Alta corte per far dichiarare illegale il voto segreto. La mossa ha suscitato innanzitutto le critiche dell’opposizione: Dumelang Saleshando, ex leader del Botswana Congress Party, ha ricordato che proprio Khama, quando fu nominato vice dell’ex capo di stato Festus Mogae, fu eletto con scrutinio segreto.

Anche nel Bdp, tuttavia, una parte dei parlamentari critica la proposta: la considera uno stratagemma per far accedere alla carica Tshekedi Khama, fratello minore del capo di Stato, la cui nomina nel 2012 a ministro dell’Ambiente e del Turismo era già stata criticata. “Non possiamo accettare che questo diventi un partito familiare” ha spiegato alla stampa – sotto anonimato – un gruppo di deputati di maggioranza, ricordando anche che il primo presidente del Botswana, Seretse Khama, era il padre dell’attuale leader.

La posizione di vice-presidente in Botswana ha acquisito negli anni un valore non solo simbolico. Finora il vice-presidente in carica è sempre subentrato al suo superiore dopo l’ultimo mandato e addirittura gli ultimi due capi di Stato prima di Khama, Quett Masire e Festus Mogae, si sono dimessi in anticipo, lasciando spazio ai rispettivi vice. – Misna

 

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