Un militare francese è stato ucciso ed altri due sono rimasti feriti in violenti scontri andati avanti per diverse ore nella zona montuosa di Tigharghar, nel nord del Mali. Lo ha annunciato il ministro della Difesa Jean-Yves Le Drian, precisando che le forze speciali dispiegate da Parigi nell’ambito di Barkhane – il nuovo dispositivo militare regionale per lottare al terrorismo nel Sahel – hanno combattuto contro “un importante gruppo armato terroristico simile ad al Qaeda nel Maghreb islamico (Aqmi)”, ma senza precisarne il nome.
I combattimenti risalgono alla notte tra martedì e mercoledì, durante un’operazione di sicurezza pianificata dei militari francesi in una zona particolarmente instabile, quella dell’Adrar degli Ifoghas, precisamente nella valle dell’Ametetai, non lontano dal confine con l’Algeria.
La Francia, il cui contingente è dispiegato in Mali dal 2013 con l’operazione Serval, trasformata in Barkhane lo scorso agosto, ha ridotto i suoi effettivi a 1400 uomini. Tuttavia nei giorni scorsi è stato potenziato il dispositivo di sicurezza nei pressi di Tessalit, dopo un’ondata di attacchi contro la missione di mantenimento della pace dell’Onu (Minusma). Dallo scorso maggio in tutto 31 caschi blu, per lo più africani (Ciad, Niger), hanno perso la vita nelle regioni settentrionali del Mali.
Ieri il ministro degli Esteri del Niger Mohamed Bazoum ha dichiarato che “la Minusma non è efficiente”, annunciando una riunione di valutazione in programma a Niamey per i primi di novembre, con la partecipazione “di tutti i ministri degli Esteri e della Difesa dei paesi africani coinvolti militarmente in Mali”. All’inizio del mese il Niger ha perso nove suoi uomini in un attacco terroristico nell’Azawad.
Due settimane fa, il ministro degli Esteri maliano Abdoulaye Diop ha chiesto al Consiglio di sicurezza dell’Onu il “dispiegamento di una forza di intervento rapido” nelle regioni settentrionali per “lottare con maggiore efficacia contro elementi terroristi”. Sottolineando la necessità di “modificare e potenziare il mandato della Minusma”, il capo della diplomazia di Bamako ha anche auspicato “maggiori pressioni della comunità internazionale nei confronti dei gruppi armati coinvolti nei colloqui di pace” di Algeri per arrivare a un accordo di pace complessivo. – Misna