Beji Caid Essebsi, 87 anni, è il leader del partito laico che ha vinto le elezioni in Tunisia, Nidaa Tounes. Ricoprì diversi incarichi di ministro sotto la presidenza del padre della patria Habib Bourguiba (che fu presidente dal 1957 al 1987), guidando in periodi diversi Interno, Difesa ed Esteri. Fu poi presidente del Parlamento dal 1990 al 1991 sotto la presidenza di Zine El Abidine Ben Ali. Ma la sua figura si è imposta con forza nel quadro politico tunisino soprattutto nel periodo immediatamente successivo alla Rivoluzione dei gelsomini.
Dopo la cacciata di Ben Ali, fuggito in Arabia Saudita il 14 gennaio del 2011 dopo 23 anni al potere, l’allora premier Mohamed Ghannouchi annuncia un governo ad interim di unità nazionale, ma resta in carica solo fino al 27 febbraio perché i manifestanti lo considerano troppo compromesso con il regime e costringono anche lui a lasciare il governo. È a questo punto che entra in scena Essebsi, che viene scelto come primo ministro e guida il Paese fino alle prime elezioni libere, quelle del 23 ottobre 2011. Nel voto del 2011 vinse il partito islamista Ennhada, ma Nidaa Tounes non esisteva ancora.
Il partito laico Nidaa Tounes, che significa ‘La chiamata della Tunisia’, viene fondato proprio da Essebsi a giugno del 2012. Si tratta di un movimento molto eterogeneo, composto da uomini d’affari, sindacalisti e anche da molti politici vicini all’ex regime di Ben Ali, ragion per cui si è attirato molte critiche. Un fronte secondo alcuni troppo ampio per rimanere coeso una volta al potere. Ma per i suoi fondatori l’obiettivo è molto chiaro: creare una forza laica che accolga più anime e sia in grado di controbilanciare la forza di Ennahda costituendo un’alternativa valida. Essebsi è ora in corsa per la presidenza per Nidaa Tounes nelle elezioni del prossimo 23 novembre.
Nato a Sidi Bou Said nel 1926, Essebsi ha studiato giurisprudenza a Parigi ed è un avvocato. Abile oratore, è noto per la sua caratteristica di citare spesso proverbi tunisini e parti del Corano. Tra le critiche più frequenti che gli vengono rivolte c’è quella relativa all’età, che secondo gli oppositori è poco in linea con lo spirito della rivoluzione, portata avanti dai giovani. – La Presse